Per il suo impegno di testimonianza contro l’odio e l’intolleranza Liliana Segre ha ricevuto oggi la laurea honoris causa in Scienze per la Pace dell’Università di Pisa, durante una sentita cerimonia in streaming.
Liliana, ambasciatrice di pace
La consegna virtuale del diploma, con la senatrice a vita collegata da casa, è avvenuta nel corso di una cerimonia organizzata dall’Ateneo pisano nell’auditorium del polo didattico “San Rossore 1938”, che si chiama così proprio in ricordo delle vergognose reggi razziali italiane che vennero firmate da Vittorio Emanuele III nella tenuta pisana di San Rossore.
“Qui saranno custoditi i nomi dei 20 docenti e dei 290 studenti ebrei che vennero espulsi per colpa delle leggi razziali – ha sottolineato oggi il rettore dell’Ateneo, Paolo Mancarella – questa laurea è il nostro modo di dirle grazie a Liliana Segre per aver mantenuto sveglie le nostre coscienze anestetizzate dalle comodità della vita quotidiana. Grazie a lei tanti giovani hanno sviluppato gli anticorpi contro la cultura dell’odio. Questa laurea è in onore dei principi che l’hanno ispirata facendola diventare un’ambasciatrice di pace.”
Per un futuro di rispetto e solidarietà
“Furono tanti, troppi coloro che accettarono le leggi razziali ne approfittarono sul piano professionale ed economico, abbandonando a un destino di disperazione e poi morte migliaia di loro connazionali – ha detto oggi la senatrice Segre ricevendo la laurea – Auschwitz fu l’orrore finale ma senza tutto quello che accadde dal 1938 in poi non sarebbe stato possibile. La formazione e è l’unico modo contro le forme di intolleranza e indifferenza che espongono la nostra civiltà ai rischi peggiori. Vi ringrazio sentitamente per questa laurea, continuerò a quell’opera di testimonianza e promozione dei valori storici che ritengo indispensabile, non solo per rispetto del passato ma soprattutto per il futuro, per prepararne uno aperto alla convivenza, al rispetto, al dialogo, alla solidarietà, all’accoglienza dell’altro.”
Una vita di testimonianza
Prima della cerimonia di consegna della laurea è stato presentato il libro “Il dovere della parola. La Shoah nelle testimonianze di Liliana Segre e di Goti Herskovitz Bauer”, di Marina Riccucci e Laura Ricotti. Il volume racconta l’incontro tra la Segre e quella che lei definisce “il mio Virgilio,” la signora Goti che la incoraggia a raccontare la sua vicenda alle nuove generazioni, una missione che Liliana inizia appunto solo nel 1990, incontrando poi nell’arco di trent’anni migliaia di ragazzi e ragazze in tutta Italia.
Nella motivazione del riconoscimento che ha ricevuto oggi si legge infatti che “nei suoi incontri con i cittadini di tutta Italia, e in particolare con gli studenti, anche universitari, Liliana Segre ha contribuito a promuovere una cultura di pace positiva, espressione con la quale si intende non solo la semplice assenza di guerra, ma l’insieme delle attività volte a promuovere la giustizia sociale, la convivenza pacifica, il ripudio dei conflitti”. Un impegno che oggi è stato premiato con una laurea significativa proprio in Scienze per la Pace.