Venti anni dalla prima marcia di Barbiana, tra i monti di Vicchio, e ancora oggi la manifestazione è sentita e partecipata. Il 4 settembre cittadini e istituzioni hanno raggiunto il luogo simbolo dell’insegnamento di Don Milani, quella sua Scuola di Barbiana da cui è nato un motto che racchiude un messaggio potente “I care” (mi importa, ho a cuore) che il priore scrisse, ed ancora campeggia, all’interno della piccola canonica dove si tenevano le lezioni.
Un messaggio così forte da diventare guida per intere generazioni e fondamento dell’Unione Europea, come ha ricordato di recente la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, nel discorso dello Stato dell’Unione. “Questo deve essere il motto dell’Europa. ‘We care’”, ha detto.
Quest’anno poi, la marcia non si ferma e sarà un tutt’uno con la 60esima Marcia PerugiAssisi della Pace e Fraternità, il 10 ottobre, in una sorta di gemellaggio all’insegna della “cultura della responsabilità e della cura reciproca”.
“Don Milano è una figura che ci permette di guardare al futuro. Elevare l’uomo attraverso la cultura e la formazione: i suoi messaggi sono linee guida per tutti noi”, ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani che ha partecipato alla manifestazione insieme alle altre istituzioni. Presente anche la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo nella 20 km di marcia, Antonella Palmisano, cresciuta proprio in una squadra intitolata a Don Milani. Mentre iI ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha fatto pervenire un messaggio. Prima della cerimonia il sindaco di Vicchio, Filippo Carlà Campa, e il presidente Eugenio Giani si sono raccolti sulla tomba di don Milani.
“C’è un disperato bisogno di prendersi cura di sé e degli altri, dell’ambiente e delle nuove generazioni – ha detto il sindaco di Vicchio, Filippo Carlà Campa – Oggi “I care” significa essere con medici, infermieri, operatori sanitari. È essere a fianco dei lavoratori della GKN e delle loro famiglie, è essere con i profughi afgani”.
L’oro olimpico Palmisano a Barbiana
Presente anche l’oro olimpico nella marcia, Antonella Palmisano, che ha ricordato il suo primo allenatore, Tommaso Gentile, dell’Atletica Don Milani di Mottola (Taranto): “Un giorno venne all’allenamento con uno striscione con scritto ‘I care’ e ci disse: Ragazzi, io non so se diventerete dei campioni, ma prima di insegnarvi a diventare campioni voglio insegnarvi a essere persone con dei valori”. “Quando ho ricevuto l’invito ho subito voluto venire qui, proprio per vedere dal vivo quello che mi trasmetteva. È stato emozionante: da piccola immaginavo questa scuola, questa chiesetta, e ora la vedo a 30 anni, vengo qui a dare un senso a quello che era solamente immaginazione”.