Gli Uffizi Diffusi arrivano al Castello Malaspina di Massa con una mostra dedicata al rapporto tra Michelangelo Buonarroti e il marmo delle Apuane, offrendone testimonianza attraverso inediti documenti cinquecenteschi esposti insieme a due opere inviate dal celebre museo fiorentino.
Il rapporto tra Michelangelo e le cave delle Apuane
L’esposizione “Il marmo e Michelangelo: un mito dai Lorena ai Savoia nella collezione degli Uffizi”, organizzata dalle Gallerie insieme al Comune di Massa e curata da Elena Marconi e Luisa Passeggia, si tiene negli evocativi spazi della rocca medievale dal 10 dicembre al 14 gennaio e costituisce l’ultima tappa del grande progetto di diffusione del museo fiorentino.
“Dopo l’esposizione della veduta monumentale e spettacolare del Monte Forato di Andrea Markò a Fivizzano, gli Uffizi Diffusi tornano nelle Alpe Apuane con questa mostra che indaga i rapporti tra Michelangelo Buonarroti e i luoghi d’origine dei suoi marmi – spiega il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt – luoghi dove il genio si trattenne anche per periodi estesi, conoscendoli bene e traendone ispirazioni per le sue creazioni”.
Come testimoniano i documenti dell’Archivio di Stato di Massa, per la prima volta visibili al pubblico, Michelangelo si riforniva alle cave Apuane. Le carte riguardano i marmi per la tomba di Giulio II a Roma, prestigiosa e travagliata commissione mai condotta a compimento dallo scultore. Anche su queste vicende si costruì nei secoli il mito dell’artista, genio fanciullo, uomo burbero e solitario capace di mettere alla prova la pazienza di papi e sovrani.
Le opere e le carte in mostra
Dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti sono giunti in prestito per la mostra di Massa un bassorilievo dello scultore Vincenzo Consani del 1840 raffigurante il Ritratto di Michelangelo in forma di medaglia all’antica e un dipinto, Michelangelo che legge le sue poesie in casa di Aldrovandi, di Francesco Vinea del 1863. Le due opere rappresentano la riscoperta del genio di Michelangelo durante l’Ottocento, dal Romanticismo fino alla celebrazione delle glorie nazionali del nuovo Regno d’Italia.
Ad accompagnare l’esposizione anche quattro riproduzioni in grande formato di altrettanti frontespizi di testi che testimoniano, anche dal punto di vista storico e letterario, la presenza del mito di Michelangelo nell’Ottocento italiano, prima e dopo l’Unità d’Italia. Data simbolica, perché corrisponde a quella di uno dei contratti notarili che saranno esposti, in tutto quattro, ad attestare la presenza proficua dell’artista ai piedi delle Apuane.
Oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Massa, due dei documenti vennero esposti oltre 30 anni fa a Roma; per gli altri due si tratta di una prima assoluta.
Il percorso della mostra è infine arricchito da sei vedute storiche di Massa e Carrara, quattro di queste realizzate dal pittore massese Saverio Salvioni e altre due da un artista anonimo. Per tutta la durata della mostra inoltre sarà riprodotto in loop il cortometraggio dell’artista Davide Quayola dal titolo “Michelangelo e il quotidiano”