Una App per digitalizzare il mondo della ristorazione, una soluzione per aiutare gli uffici comunicazione del sistema sanitario a comunicare meglio con i cittadini e un polo per l’infanzia pensato per i figli di studenti e dipendenti delle università.
Sono queste le tre idee che hanno vinto Impresa Campus, il percorso gratuito di training e accompagnamento promosso dall’Università di Firenze con l’obiettivo di stimolare la nascita di idee di business innovative e diffondere competenze imprenditoriali tra i giovani del mondo universitario.
Un percorso che quest’anno “ha coinvolto più di 300 ragazzi, nonostante la pandemia” come ha spiegato il prorettore con delega al trasferimento tecnologico dell’Ateneo Andra Arnone, sottolineando che “il nostro impegno è accompagnare i giovani e stimolarli a guardare al futuro con spirito imprenditoriale”.
Sono dieci i progetti finalisti di Impresa Campus che sono stati presentati questa mattina nel corso dell’evento online “Unifi startup campus. Startup e progetto d’impresa-anno 2020″, organizzato dall’università in collaborazione con la Fondazione Cr Firenze e la collaborazione della Fondazione per la Ricerca e l’innovazione.
I tre vincitori: FeedInApp, G Matrix e Infantem.Lab
Al primo posto si è classificato FeedInApp, l’applicazione che si rivolge ai ristoranti offrendo loro un menù digitale e un social network integrato per comunicare con i loro clienti.
Il sistema funziona attraverso un localizzatore bluetooth, che viene fornito a ciascun locale e permette di far apparire in maniera automatica sugli smartphone dei clienti il menù o altre informazioni personalizzate, come la lista dei cocktail nell’area bar ad esempio. Ma non solo: FeedInApp consente anche ai ristoratori di condividere nell’area social le loro ricette o altre informazioni utili.
Al secondo posto troviamo G Matrix, idea imprenditoriale che è già stata inserita nel percorso di pre-incubazione dell’Incubatore Universitario Fiorentino e si rivolge alle aziende del sistema sanitario italiano e toscano per aiutarle a comunicare in maniera più efficiente ed efficace con la popolazione.
Oggi infatti spesso per prenotare una visita o ottenere informazioni su un ricovero ospedaliero ad esempio si perdono ore al telefono: G Matrix propone una semplificazione e ottimizzazione dei processi comunicativi, organizzando anche percorsi di training per il personale che lavora in questi uffici.
Terzo classificato invece è il progetto Infantem.Lab, anche questo già inserito in un percorso di pre-incubazione, che è partito da una semplice constatazione: la carenza di servizi per l’infanzia in Italia in generale e in particolare l’assenza di aiuti per gli studenti universitari con figli.
Per questo propone di creare un vero e proprio polo universitario dell’infanzia proprio a Firenze: un centro educativo per i bambini da 0 a 6 anni che accoglierebbe con precedenza i figli degli studenti e dei dipendenti dell’università ma potrebbe aprirsi anche al resto della città, includendo anche un laboratorio di documentazione e ricerca sull’educazione.
4 nuovi spin-off, dalla farmaceutica ai droni
Il convegno di stamattina è stata l’occasione per presentare anche i quattro nuovi spin-off dell’Università di Firenze, idee provenienti dal mondo della ricerca che quindi sono già diventate un’impresa pronta a sbarcare sul mercato, dai droni alla ricerca farmaceutica.
Troviamo così la startup Aeffective, che produce Quon, il software di sentiment analysis che misura il legame affettivo tra i marchi e i consumatori analizzando le conversazioni online: Quon è in grado di capire anche le motivazioni di chi acquista un prodotto, aiutando così le aziende a ottimizzare i loro investimenti nel marketing.
FloNext invece si propone di verificare se ci sono farmaci già in commercio che possono essere utilizzati per contrastare in particolare le malattie neurodegenerative. L’intuizione alla base del progetto è che molecole o principi attivi farmacologici già noti
possano avere target terapeutici diversi da quelli conosciuti.
Ecodrone ha invece sviluppato un nuovo tipo di drone autonomo, alimentato ad energia solare, che evita gli ostacoli e così può navigare per mesi senza aiuto umano ed è utilizzabile per raccogliere dati oceanici o monitorare lo stato delle acque costiere.
Infine lo spin-off Restruere si propone di portare le competenze specifiche nella diagnosi, conservazione del patrimonio architettonico in territori dove non c’è una cultura in tal senso come Medio Oriente, Asia o Nord Africa, offrendo anche percorsi formativi ad hoc.