Ci sono storie che diventano modelli di rinascita dopo la tragedia. Il borgo toscano di Guardistallo insegna come cadere, rialzarsi e risplendere più di prima. Era agosto, era il 1846 quando un violento terremoto colpì molti paesi e località della costa, tra cui lo stesso Guardistallo.
La bellezza fu sostituita dalle macerie, dalle rovine, dalla polvere ma – dopo poco più di 30 anni – il paese scrisse la sua rivincita e cambiò radicalmente aspetto, trasformandosi in un borgo di artisti, cultura, teatro, costruendo di fatto la strada per la sua seconda vita. Perno di questa trasformazione fu la famiglia Marchionneschi che – insieme alla popolazione – dette vita al teatro, inaugurato nel 1883, che ancor oggi ne porta il nome.
Guardistallo, la “piccola Parigi” toscana dell’Ottocento
Furono anni di fervore culturale e di fermento creativo, tanto che Guardistallo venne definita come la “piccola Parigi”. Oggi – dopo una pandemia che ha inferto duri colpi anche al settore culturale – ecco che il borgo prova nuovamente, con coraggio e determinazione, a ritrovare la sua anima con un progetto di residenza artistica.
I musicisti (ex Litfiba) Antonio Aiazzi e Gianni Maroccolo sono stati primi ospiti della residenz , il primo anche mente del progetto di “accoglienza” degli artisti, insieme al sindaco di Guardistallo, Sandro Ceccarelli.
E’ proprio “Il Marchese” Antonio Aiazzi a raccontare l’idea. Tutto nasce proprio nel pieno del lockdown, spiega il musicista. “Durante quel brutto periodo io e Gianni Maroccolo ci siamo resi conto che non avevamo mai fatto un disco insieme, dunque abbiamo iniziato a lavorarci inizialmente inviandoci dei file. Poi è arrivato il tempo delle prove e “cercavamo un luogo vicino al mare. Così ho conosciuto il teatro Marchionneschi e ho parlato con il sindaco. Questo è stato un modo per far rinascere il teatro, fermo da tempo per la pandemia”.
Aiazzi racconta mentre suona sul palco. Fa scorrere le dita sul piano, la musica invade la platea, i palchi, quella scatola magica che è il teatro.
Guardistallo, borgo-residenza per artisti: il progetto e l’idea
Aiazzi: Oggi la tecnologia consente di fare registrazioni di alto livello ovunque
“Guardistallo è particolare, unico – continua. Qui si sta benissimo. E poi si può anche registrare. Gianni (Maroccolo, n.d.r) ha infatti spostato qui la registrazione dell’ultimo disco di Edda, ex dei Ritmo Tribale. Oggi la tecnologia ti consente di fare registrazioni di alto livello ovunque”.
Tornano dunque a farsi spazio nuove idee per mettere al centro l’arte e gli artisti con la convinzione che non serva necessariamente “centralizzare” nei grandi studi ma “diffondere” anche nei piccoli o piccolissimi borghi.
Il sindaco: Il teatro Marchionneschi? Cuore pulsante della Val di Cecina
Guardistallo si presta bene al tema. Lo ricorda il primo cittadino. “Il borgo è un abbraccio proteso verso il mare, le spalle sono protette dal Maschio di Volterra e al centro di Guardistallo c’è un cuore, pulsante, quello di questo teatro che un tempo irrorava e diffondeva arte e cultura in tutta la Val di Cecina”.
Parla al passato senza rimpianto perché Ceccarelli oggi pensa al presente, alle potenzialità che ha questo piccolo centro tra mare e campagna. Sa bene di avere a disposizione una comunità viva e attiva, un associazionismo forte che consente di dare gambe a nuovi progetti, proprio come quello della residenza artistica.
L’obiettivo è accogliere artisti da tutta Italia e dall’estero
“Intorno al teatro Marchionneschi – ricorda il sindaco – si sono agganciate le associazioni del paese, la ProLoco, le donne della “Piccola Parigi” che curano questo teatro e poi ancora la scuola di musica. Poi cita con un sorriso Aiazzi e Maroccolo. “Due nuovi amici con cui è nato il progetto di “accoglienza artistica”. L’obiettivo è di accogliere artisti da tutta Italia e perché no anche dall’estero”.
I motori sono già accesi. “Gli artisti cercano ed hanno bisogno di un posto dedicato a loro, dove possano trovare dei servizi – aggiunge poi Antonio Aiazzi, ricordando che c’è da intercettare una fetta di interessi. E poi c’è l’ospitalità, l’idea di utilizzare gli appartamenti sfitti durante l’autunno e l’inverno”.
Intanto qualcosa si muove. Ci sono sponsor che già hanno iniziato a fornire gli impianti. “Abbiamo un anno di tempo per realizzare la residenza artistica Teatro Marchionneschi, chiosa Aiazzi. Stiamo provando a mettere in piedi un’economia artistica circolare”.
E l’immagine del cerchio è proprio quella ideale per spiegare il senso che Guardistallo vuol dare all’uomo, all’arte, alla bellezza, all’economia che ruota intorno alla cultura.
Il cuore del Teatro Marchionneschi torna a pulsare
A Guardistallo un micro-sistema fatto di rapporti autentici, collaborazione, unione d’intenti
L’uomo ritrova in una natura fertile la sua prima fonte d’ispirazione. Genera arte nel cuore di un micro-sistema che è fatto di rapporti autentici, collaborazione, unione d’intenti. Il cuore del Teatro Marchionneschi può tornare a pulsare e diffondere cultura in tutta la valle, farsi sentire oltre confine, contaminare con nuovi linguaggi, forme, espressioni. Può tornare ad accogliere. Le sue porte e il suo palco sono a disposizione di chi, come Aiazzi e Maroccolo ha fatto dell’arte e della musica l’espressione più alta della propria esistenza e del proprio sentire.