In occasione delle celebrazioni dei 250 anni dell’Accademia di Carrara che aprì i suoi corsi nella primavera del 1770 è dedicata la mostra “Goya, Boucher, Ricci, Batoni e i maestri del ‘700 nelle città del Cybei”, a cura di Marco Ciampolini, fino al 10 ottobre 2021 al Museo CARMI di Villa Fabbricotti a Carrara.
La mostra racconta l’importanza artistica che Carrara aveva nel Settecento. Passò infatti dall’essere un mero centro di scavo e commercio del marmo a centro di produzione di scultura, ma soprattutto polo di formazione degli artisti, prima con le botteghe degli scultori, poi con le scuole private e infine con l’istituzione dell’Accademia di Belle Arti, che è stata, e ancora è, la migliore scuola per l’insegnamento della scultura.
L’omaggio a Giovanni Antonio Cybei
L’esposizione è anche l’occasione per celebrare la figura di Giovanni Antonio Cybei (Carrara 1706-1784) il primo direttore dell’Accademia di Carrara. Scultore, abate, praticante di pittura Cybei fece tesoro delle suggestioni pittoriche avute nei suoi viaggi. Il Cybei, fra i personaggi meno noti del Settecento artistico italiano, fu una personalità interessante, come dimostrano le sue opere destinate ai più importanti luoghi d’arte d’Europa: dalla Basilica di San Pietro alla Reggia di Venaria, dall’Ermitage di San Pietroburgo con il ritratto di Caterina II di Russia, al Victoria & Albert Museum di Londra con quello del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena.
Giovanni Paolo Pannini (Piacenza, 1691–Roma, 1765), Capriccio con rovine romane e la colonna Traiana
La mostra
La mostra espone più di cinquanta dipinti, riuniti per dare una rappresentazione completa dei generi artistici della pittura nel Settecento, dagli episodi storici a quelli religiosi, dall’allegoria alla mitologia, dal ritratto alla scena di genere, dalla veduta al capriccio. Opere spesso sconosciute, dimenticate o difficilmente accessibili: sedici inedite, sette mai studiate in sede scientifica, dieci esposte per la prima volta e quattro provenienti da enti pubblici o istituzioni museali poco note.
L’esposizione illustra il clima artistico di un’epoca in cui gli artisti si muovevano tra il Ducato di Modena, di cui faceva parte il Principato di Carrara, e il resto d’Italia, da Roma a Torino, da Pisa a Napoli, tutti luoghi frequentati dallo scultore.
In mostra una Sacra Famiglia di Pompeo Batoni, tra i più grandi ritrattisti del suo tempo, due importanti tele a tema religioso di Giovanni Battista Tempesti – Lot e le sue figlie e San Ranieri in preghiera –, un Soggetto Allegorico di Sebastiano Ricci, un capriccio con rovine romane del ricercato vedutista Giovanni Paolo Pannini accanto a Salvataggio di un ragazzo in balia delle onde, inedito dipinto che rappresenta un unicum nella sua vasta attività, l’imponente ciclo delle quattro stagioni di Francesco Corneliani, e ancora molti altri dipinti di artisti meno noti al grande pubblico ma di assoluto talento, come Giuseppe Cades, di cui è in mostra la Conversione di Sant’Ignazio, modelletto per una dimenticata pala siciliana, o il bolognese Gaetano Gandolfi, di cui viene esposto un San Francesco.
Accanto agli esponenti del panorama italiano anche alcuni pittori internazionali, che come gli altri frequentano le corti e i luoghi di Cybei e che dimostrano il variegato e spesso sottovalutato ambiente pittorico dell’Italia non continentale. In mostra due paesaggi arcadici del parigino François Boucher, pittore del-la corte di Luigi XIV, due stupendi dipinti mitologici di Pietro Pedroni, artista locale anticipatore del Neoclassicismo, e due preziosi autoritratti di Francisco Goya, che ci dimostrano l’evolvere dello stile dell’artista nello stesso soggetto.