Nel Museo del Novecento e del Contemporaneo a Palazzo Fabroni a Pistoia sarà esposta la personale dell’artista Andrea Mastrovito “Io Non Sono Leggenda” che è una sorta di ‘dietro le quinte’ della realizzazione del film “I Am Not Legend”.
L’opera è stata realizzata stampando in dimensione A4 tutti i fotogrammi del film Night of the Living Dead di George Romero e intervenendo su ogni foglio con la pittura bianca al fine di cancellare la presenza degli zombie dal film originale. Ottenute oltre 100.000 tavole, sono state in seguito digitalizzate e rimontate seguendo la nuova sceneggiatura creata dall’artista che ha utilizzato migliaia di citazioni tratte da un centinaio di celebri film, romanzi e canzoni.
A completare il lavoro la colonna sonora originale è realizzata da Matthew Nolan e Stephen Shannon, con il contributo per le musiche di apertura e chiusura di Maurizio Guarini, autore, insieme ai Goblin, delle musiche originali dei film Profondo Rosso, Suspiria, e L’Alba dei Morti Viventi.
“I Am Not Legend” è nato dal progetto con cui l’artista e Casa Testori si sono aggiudicati la sesta edizione dell’Italian Council 2019, il programma promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT. L’opera, installata in anteprima presso il museo di Palazzo Fabroni a Pistoia, diventerà parte della collezione permanente.
Ecco la nostra intervista all’artista
Ciao Andrea quando hai capito che volevi essere un artista?
Penso che l’artista sia una condizione esistenziale, una condizione dell’essere più che un lavoro. I miei studi artistici sono nati per una scommessa con il mio migliore amico dopo la maturità scientifica. Lui voleva andare a fare Lettere indirizzo cinema, io Belle Arti e poi ci saremo ritrovati a fare un film assieme. Volevamo fare cose che ci piacevano più che ‘redditizie’. Ho cominciato così dato che avevo passione per l’arte, il disegno, la letteratura, il cinema, tutto quello che è in ambito umanistico. É stata un’avventura perchè le Accademie non ti danno un posto, né nel mondo del lavoro, né nel mondo soprattutto. Sei allo sbando, però poi ha funzionato perchè ho trovato persone che mi hanno dato una mano sia all’accademia che dopo. Persone che hanno creduto in quello che facevo e in quello che ero.
A Palazzo Fabroni sarà dato ampio spazio a raccontare come hai realizzato il tuo film ‘I’m Not A Legend’ ispirato al capolavoro di George Romero: “Night of the Living Dead” del 1968. Cosa c’è di importante nella cultura pop secondo te?
La cultura pop è qualcosa da cui sono molto lontano. Il film di Romero era qualcosa di totalmente underground, autoprodotto e poi ebbe un exploit mondiale perchè era un film assolutamente nuovo. Io uso il film di Romero come un sostrato e ci lavoro sopra come un enzima.
Lo ‘digerisci’ praticamente
Esatto lo mastico, lo digerisco e lo ri-vomito attraverso non solo il mio sguardo, ma lo sguardo di tutto quello che racconta la nostra cultura non solo pop. Ma anche underground, letteraria, più alta. Quindi il film da un lato è stato fotocopiato tutto fotogramma per fotogramma e gli zombie sono stati cancellati a mano tutti quanti con la pittura bianca. Sono circa 100 mila tavole, è stato il lavoro di un anno. A Pistoia ne sono esposte 185. Il film è stato dunque smembrato, stampato, dipinto e quindi cancellato e poi scansionato e rimesso insieme. Questo è stato il primo passaggio. Il secondo è stato un lavoro a livello di sceneggiatura, tutti i dialoghi tra i personaggi sono stati ricostruiti attraverso migliaia di citazione da cento libri, film, canzoni famosissimi, assolutamente riconoscibili, in inglese chiaramente. L’idea era quella di spersonalizzare i personaggi.
I Am Not A Legend il trailer
É un’opera d’arte che diventa anche un’esperienza personale, ridisegnare tutti i questi fotogrammi ti lascia qualcosa dentro
Sì, l’ho fatto durante il lockdown, è stata un’esperienza che avevo già fatto prima. Avevo già ridisegnato Nosferatu per l’opera NYsferatu, ci ho messo tre anni.
C’è qualcosa di buddista nel tuo fare arte, è una sorta di mandala…
Sono quasi dei mantra, hanno anche questa valenza anche se sono lontanissimo dal buddismo.
Viviamo in un’epoca assurda, piena di contraddizioni, in cui cambia tutto da un momento all’altro. Secondo te qual è oggi il ruolo dell’artista, se ne ha o ne deve avere uno, io credo sia più che mai importante
Ho attraversato tante fasi riguardo al ruolo dell’artista. Penso che uno faccia delle cose per se stesso tuttavia ha necessità di un pubblico. E io credo fermamente che questo pubblico non sia solo quello dell’arte ma sia un pubblico più ampio, quello del mondo. Per questo ho questa passione smodata per il cinema, un’arte che si rivolge a tutti a differenza dell’arte contemporanea. Credo che il ruolo dell’artista oggi sia quello di creare legami tra i fatti che permettono alla gente di leggere il mondo. In mostra io ti faccio vedere delle cose in modo che il tuo cervello possa partire a sviluppare altri concetti. Io butto un seme in modo che possa germogliare prima di tutto in me, io credo che l’artista usi l’arte come catarsi personale e come cura.