Sembra che il lockdown abbia ‘fatto bene’ agli animali, la diminuzione per qualche mese della presenza dell’uomo in luoghi come parchi, boschi, e soprattuto spiagge e mari ha fatto sì che molte specie tornassero a scegliere la Toscana come loro dimora. Nei giorni scorsi infatti c’è stato un vero e proprio rincorrersi di notizie su numerosi avvistamenti nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Sulle spiagge del parco della Maremma sono stati avvistati 5 piccoli del fragile fratino, piccolo trampoliere sempre più raro e per questo sempre più protetto. Avvistare un fratino è un buon segno, significa che l’ambiente è in buona salute.
L’isola di Capraia ha dovuto chiudere un tratto di mare per proteggere la foca monaca che nelle ultime settimane è stata avvistata da diverse persone. Dopo ben sessanta anni la Monachus monachus è tornata a visitare la grotta che prende il suo nome, nella costa occidentale dell’isola. La foca monaca è il più raro mammifero marino in Europa, considerata una delle specie più minacciate del pianeta, con un contingente complessivo attuale stimato in soli circa 700 esemplari.
Infine, anche le ‘balene’ hanno trovato casa tra le acque di Capo Sant’Andrea all’Isola d’Elba. I grandi mammiferi del mare sono stati protagonisti di ben sette avvistamenti negli ultimi mesi.
Moltissimi quest’anno gli avvistamenti di Caretta caretta sulle spiagge toscane. La piccola tartaruga marina ama la nostra costa e viene spesso qua a nidificare. Proprio in questi giorni è attesa la chiusa delle uova, un momento molto delicato e fragile su cui le istituzioni ambientali cercano di sensibilizzare grazie anche ad eventi come il TartaDay.
Il 28 luglio scorso all’Isola d’Elba una tartaruga in difficoltà è stata avvistata dai biologi dell’Arpat. L’esemplare si muoveva poco e rimaneva in superficie. Gli operatori dell’Arpat si sono immersi e hanno raggiunto l’animale che, pur non avendo evidenti segni particolari (ferite o altro), non si immergeva e rimaneva sostanzialmente ferma. Quindi l’hanno issata a bordo dell’imbarcazione, collocandola in una vasca dove è rimasta in osservazione tutta la notte.
Il giorno dopo grazie alla collaborazione della Capitaneria di Porto e dei traghetti di linea, è stata trasportata con la prima corsa del mattino a Piombino presso il Centro recupero tartarughe di Talamone, dove rimarrà nelle vasche curative del Centro stesso in osservazione per qualche giorno per capire la sua problematica. La tartaruga sembra una femmina con il carapace di una lunghezza di 65 cm ed una larghezza di 62 cm ed un peso stimato di 30 kg, è in buone condizioni ed abbastanza in carne, il ché fa sperare che si possa riprendere presto.
Grande festa invece per la tartaruga Nanà che lo scorso il 6 agosto è tornata in mare. Liberata ai bagni Aurora a Marina di Cecina la tartaruga Caretta caretta è stata riabilitata presso l’Acquario di Livorno. Il rilascio in mare dell’esemplare è stato reso possibile grazie al supporto logistico della Capitaneria di Porto che ha messo a disposizione del personale dell’Acquario di Livorno, che ha lavorato in collaborazione con il Settore Mare di ARPAT, un mezzo riservato per il trasporto della tartaruga. Molte persone hanno assistito al ritorno nel suo ambiente naturale dopo una lunga riabilitazione nel Centro di recupero dell’Acquario di Livorno resasi necessaria dopo essere stata trovata, fortemente debilitata, sulla spiaggia di Vada. Nanà era giunta molto debilitata al centro di recupero lo scorso 27 febbraio 2020 dopo che era stata trovata sulla battigia di Vada dal signor Tommaso Marsala. Presa da subito in consegna e trasportata dal comandante David Pietrarelli della Guardia Costiera all’Acquario di Livorno, dopo cinque mesi di cure da parte dello staff veterinario ed acquariologico della struttura, le è stato messo un microchip e adesso è finalmente tornata nel suo ambiente naturale.
Ultima ‘good news’ una tartaruga Caretta caretta lo scorso luglio ha depositato le sue uova nella spiaggetta dello Scalettino, a Giglio porto, di fronte al luogo dove affondò la Costa Concordia. Sul posto è subito intervenuta la capitaneria di porto per mettere in sicurezza il nido. Una magnifica notizia e un segno di rinascita per il Giglio e l’intero Arcipelago Toscano che si conferma uno degli hotspot della biodiversità più rara e delicata del Mediterraneo.