Il Forum del Mediterraneo si chiude con la firma della Carta di Firenze a Palazzo Vecchio. Un documento che vede, per la prima volta, vescovi e sindaci del Mare Nostrum, uniti insieme nel disegnare scenari futuri di pace.
I 60 vescovi e i 65 sindaci, a conclusione dell’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, hanno espresso la speranza di un negoziato per una soluzione pacifica del conflitto tra Russia e Ucraina.
L’aspirazione alla pace
La ‘Carta di Firenze’ “non è una legge” ma “profeticamente è qualcosa di più” perché sottolinea “l’aspirazione dei popoli alla pace, alla giustizia, all’uguaglianza dei diritti, alla libertà intesa che sottolinea un bene comune” ha sottolineato il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, nella conferenza stampa conclusiva dell’Incontro tra sindaci e vescovi del Mediterraneo.
“Abbiamo scritto una pagina che è già il nostro futuro” e “per i credenti” è importante sperare contro ogni speranza, “spes contra spem”, ha aggiunto il cardinale. “Consegnando alla Storia queste giornate – ha concluso il cardinale – traiamo un impegno a proseguire in un processo, non semplicemente ideale, di fratellanza e di conoscenza delle diversità che sono una grande ricchezza. Il Mare Nostrum torni ad essere crocevia di storie e tradizioni e non più doloroso cimitero“.
Una conquista storica
Il sindaco Dario Nardella, ha definito la Carta di Firenze “una conquista storica, un punto di arrivo ma anche punto di partenza perché il nostro desiderio non è solo portare queste dichiarazioni al santo padre, ma lo vogliamo portare anche ai leader internazionali, ai capi di stato e di governo. Cominceremo un pellegrinaggio perché questa dichiarazione comincia a vivere da oggi“.
Ha inoltre aggiunto il sindaco di Firenze: “Mai prima di ora sindaci di importanti città, anche a maggioranza musulmana, hanno firmato un documento di impegni insieme ai vescovi cattolici. Un grandissimo passo e il segnale più forte che avremmo potuto dare in questo momento di guerra”. Nel preambolo, è scritto a chiare note che si chiede subito un negoziato di pace.
L’invito a far tacere le armi in Ucraina
“Stiamo vivendo ore drammatiche e abbiamo espresso con i vescovi il nostro dolore per lo scenario dell’Ucraina. Abbiamo fatto un appello alla politica perché tacciano le armi. Chiediamo la pace, è un grande dono che Dio ha fatto agli uomini” ha sottolineato il cardinale Gualtiero Bassetti.
Bassetti ha invitato “i credenti di tutte le religioni a pregare” per chiedere la pace in Ucraina. “La Pira diceva che la preghiera è più potente della bomba atomica”, “se tutti i credenti si mettono a pregare si crea un movimento di positività ed è la cosa più utile per ottenere da Dio la pace”, ha detto il cardinale.
Con il documento firmato da sindaci e vescovi c’è “un no più decisivo alla guerra, la guerra non si deve fare, gli uomini devono dialogare trattare e per i credenti di tutte le religioni pregare“. Da parte loro sindaci e vescovi del Mediterraneo hanno lanciato un appello perché “comincino immediatamente i negoziati per la pace” tra Russia e Ucraina, facendo tacere le armi ed evitando grandi sofferenze al popolo ucraino.
Mattarella a S. Croce, fedeli in piazza
Sarà il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, a chiudere domenica 27 febbraio l’incontro tra vescovi e sindaci del Mediterraneo.
Sarà suo il saluto conclusivo alla fine della celebrazione, nella basilica di Santa Croce, dove sarà presente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La funzione sarà trasmessa in diretta televisiva.
Non interverrà nessun rappresentante del Vaticano al posto del Papa. I lavori della giornata cominceranno a Palazzo Vecchio con l’introduzione del sindaco di Firenze Dario Nardella.
“La voglia di pregare per Papa Francesco, per i temi del convegno, per la pace in Ucraina manifestata dalla nostra gente ci ha spinto a confermare la presenza dei fedeli in piazza in Santa Croce” ha assicurato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. Non sarà consentito l’ingresso dei fedeli nella basilica.
Un messaggio di pace da S. Croce
La presidente dell’Opera di S.Croce, Cristina Acidini, e il rettore della basilica, padre Giancarlo Corsini, si dicono “profondamente addolorati per l’addensarsi di ombre minacciose sull’Europa, proprio mentre nella nostra città si sta svolgendo un incontro di pace”.
I due si augurano che “partirà un messaggio di pace e d’intesa tra persone e tra popoli. In un momento in cui il mondo intero è turbato dal dramma della guerra sarà ancora più incisivo il messaggio che caratterizza Santa Croce”.
Un forte invito alla comprensione reciproca che parte da sempre fede e testimonianza civile si incontrano “in piena continuità con i messaggi dei Pontefici, Paolo VI e Giovanni Paolo II, che sono venuti qui nel Novecento e con la carismatica eredità di Giorgio La Pira che, da questa chiesa, ha più volte richiamato alla pace“.