Dal 2 al 25 settembre in teatri, parchi e giardini di Firenze torna il festival Fabbrica Europa: 22 giorni di spettacolo, 12 spazi, 27 eventi, 8 produzioni, 11 proposte internazionali, 120 artisti, 24 paesi, 3 progetti di cooperazione e co-creazione internazionale.
Progetti, spettacoli, concerti, performance, incontri e workshop per indagare i processi creativi che, nella danza, nella musica, nelle arti performative e nel loro intersecarsi creano una comunità dinamica di artisti provenienti da Europa, Americhe, Africa, Asia.
Gli spazi scelti per ospitare il festival sono: il Parco delle Cascine e PARC Performing Arts Research Centre, Giardino dell’Istituto Agrario, Teatro Studio di Scandicci, Teatro Cantiere Florida, La Compagnia, Teatro Puccini, Lumen, Murate Art District, Chiostro Accademia Belle Arti, Parco Villa Demidoff, Giardino delle Rose.
Il Festival Fabbrica Europa è legato all’intreccio di culture e di linguaggi, segno sensibile e vitale di un meticciato umano e artistico che rappresenta il nostro oggi
“Nella visione di una progettualità attiva sul territorio regionale, – dichiarano gli organizzatori di Fabbrica Europa – Fondazione Fabbrica Europa prosegue la sua azione di indagine sui linguaggi del contemporaneo attraverso le espressioni e le ricerche di artisti tra i più interessanti del panorama nazionale e internazionale.
Il Festival che la Fondazione svilupperà nei prossimi mesi sul territorio, mirano a riportare l’arte e la cultura al centro del tessuto sociale ritrovando uno slancio di profondità e complessità che necessita dello sguardo creativo per aprire nuovi orizzonti. Un territorio in cui continuare a lavorare su un sistema di rete e sul rapporto centro-periferie, creando spazi e contesti di attivazione artistica per avvicinare nuovi pubblici e favorire nuove modalità di fruizione delle proposte.
Il Festival Fabbrica Europa è legato all’intreccio di culture e di linguaggi, segno sensibile e vitale di un meticciato umano e artistico che rappresenta il nostro oggi. Un diffuso e articolato laboratorio di saperi e pratiche intesse codici compositivi ed emergenze dialogiche per indagare i processi creativi che, nella danza, nella musica, nelle arti performative, e nel loro intersecarsi, sviluppano dispositivi e formati scenici di una comunità dinamica di artisti.”
Ad aprire il festival sarà ‘Gone here (yet) to come’ di Heine Avdal & Yukiko Shinozaki del collettivo internazionale Fieldworks, un’indagine sulla matericità del buio e sul suo rapporto con lo spazio.
Tra gli altri spettacoli in programma ci sono Michele Di Stefano che ha creato con ‘Bayadère – Il Regno delle Ombre’ un balletto intriso di esotismo e ‘Groove’, il progetto della performer francese di origini malgasce Soa Ratsifandrihana.
E’ dedicata al jazz la serata con Camille Bertault & David Helbock, mentre con lo spettacolo ‘Beyond Black’ si suggella l’incontro di due musicisti: il grande maestro di kora maliano Ballaké Sissoko e una delle personalità più interessanti della scena free jazz e black internazionale, la flautista statunitense Nicole Mitchell.
Dalla Francia proviene la compagnia Futur Immoral dei coreografi Paola Stella Minni e Kostantinos Rizos che indagano la cultura capitalista dell’immagine.
Tra i musicisti in cartellone ci sono anche il compositore e polistrumentista inglese John Surman, l’austriaco Fennesz, tra i massimi esponenti dell’universo glitch, prima della sua conversione a una ambient music elettroacustica, il compositore e musicista Chassol, originario della Martinica e Oumou Sangaré, uno dei grandi nomi della costellazione musicale del Mali.