Alta, sottile, elettrica se avete visto l’ultima edizione del Rock Contest non vi sarete dimenticati dell’irresistibile ragazza che urlava nel microfono ‘BERLINO!‘. Emma Nolde nasce in Toscana nel 2000. All’età di quindici anni inizia a scrivere brani originali in inglese ai quali lavora senza però pubblicarli. Poco tempo dopo comincia a lavorare a brani in italiano e in particolare nell’ultimo anno si dedica alla realizzazione del suo primo vero progetto prodotto insieme a Renato D’Amico ed Andrea Pachetti, che sarà pubblicato nel 2020. All’ultimo Rock Contest ha vinto il Premio Ernesto De Pascale, per la migliore canzone con testo in italiano per il brano “Nero Ardesia” e si è aggiudicata anche il secondo posto. Venerdì 7 febbraio sarà in concerto per la prima volta alla Limonaia di Fucecchio. Ecco la nostra intervista.
Ciao Emma! Come hai iniziato a fare musica?
Ho iniziato in seconda elementare, abbastanza a caso, perché facevano un corso di chitarra a scuola. Mia mamma diceva che la chitarra era uno strumento che potevi portare facilmente in giro, quindi era meglio della batteria o del pianoforte, e così ho iniziato. Poi in prima liceo ho iniziato a studiare chitarra classica al Conservatorio, ho dato un esame e poi ho cambiato totalmente e ho iniziato a studiare armonia e musica moderna.
A un certo punto però hai iniziato a scrivere pezzi tuoi
Ho iniziato a scrivere canzoni in inglese in modo molto giocoso, giocoso in realtà lo dico adesso perché allora mi sembrava la cosa più seria e bella che io potessi fare, ci passavo tanto tempo. Dai 14 anni fino a poco tempo fa, è stato un periodo in cui grazie alla musica non sono caduta in quella trappola dell’adolescenza in cui sembra tutto brutto. È un periodo difficile in cui non sai di te, non sai del resto, il fatto che quello che scrivevo per me fosse definitivo, mi ha sempre dato un grande appoggio e mi ha fatto scoprire in modo più veloce come volevo esprimermi. Ho avuto la fortuna di ‘trovarmi’ in quello che facevo.
Quando hai iniziato a scrivere in italiano?
Quando è sparita la necessità di farmi capire, perché nella vita personale ho avuto la possibilità di esprimermi, mentre prima ci riuscivo solo con la musica. Allora automaticamente è cambiato il mio modo di scrivere, e ho iniziato a scrivere in italiano i pezzi che avete sentito anche al Rock Contest.
Ti ho ascoltata durante le semifinali e anche nella finale del Rock Contest, trovo che hai uno stile davvero molto personale, molto definito e preciso. Questo mi stupisce in una musicista così giovane, come ti sei formata, quali sono i tuoi gruppi preferiti?
Ho avuto la grandissima fortuna di incontrare persone che mi hanno aiutata nella musica e indirizzata per farmi conoscere. Renato il ragazzo che suona con me, la mia insegnante Valentina, è grazie a loro se ho scoperto ‘cose’. I miei musicisti preferiti sono John Mayer, Lauren Hill, moltissimo i Radiohead sopratutto nell’ultimo periodo, Bon Iver.
Come mai il tuo nome d’arte ‘Nolde’ si ispira a un pittore viennese (Emil Nolde)?
In realtà non è un omaggio a lui. Quando ho avuto la necessità di trovare un nome, chiamarsi con un altro nome è molto difficile, e io non riuscivo a trovarne nessuno che mi piacesse. Quando ho letto il suo nome me è suonato familiare, mi sembra che abbia un suono molto simile a quello che ho io quando scrivo musica.
Mi hai detto che con la musica riesci ad esprimerti, ma che cos’è per te la musica?
Non mi so immaginare senza la musica, io non ricordo nulla prima di aver iniziato a suonare. È come l’acqua per i pesci, c’è, fa parte della quotidianità.
La tua canzone su Berlino mi ha colpito molto, quando l’ho sentita ho pensato che avesse proprio i colori di Berlino, non te lo so spiegare
La cosa strana è che io non ho mai visto Berlino, l’ho immaginata soltanto, ed è stato così anche per tutti gli altri pezzi. Non ho mai visto Berlino ma è come se ci fossi stata veramente, c’è stato un periodo della mia vita in cui era forte la voglia di andarci e quindi in un certo senso ci sono stata con la testa. È così anche con i rapporti personali, ho enfatizzato tantissimo e ho fantasticato su una storia. Così è successo che ho vissuto un rapporto che in realtà non esisteva, ma invece per me in quel momento esisteva tantissimo, anzi era la cosa più importante e che mi riempiva di più. Sono canzoni che hanno il colore di Berlino e dell’amore, per quanto possa vivere l’amore una persona di 18 anni.
Le tue parole mi fanno riflettere su una cosa di cui ormai sono convinta da tanti anni, il fatto che viviamo il 99% nella nostra mente, la realtà, l’esterno è solo una parte minima di quello che viviamo tutti i giorni
Assolutamente, sono d’accordissimo, è proprio così. La mente viaggia davvero tantissimo, a volte fa brutti scherzi nel bene e nel male, ma io sono contenta di averla vissuta così, mi faccio abbastanza tenerezza.
Al Rock Contest sei stata molto apprezzata, eri una delle favorite. Adesso cosa succede? Siamo molto curiosi di sapere quando uscirà il disco
Posso finalmente dire che il disco uscirà presto, si stanno finalmente allineando tutti i pezzi della catena. Tra poco, a marzo uscirà il disco, non spoilero niente. Inoltre il 13 febbraio sarò in concerto a Milano per il ‘MI AMI TVB’.