Teatro, cinema, televisione, radio, i mille talenti di Drusilla Foer sembrano non avere fine. La sua è stata una vita fuori dal comune passata tra Cuba, Parigi, Berlino, Madrid, New York dove ha aperto un negozio di usato il “Second Hand Dru”, che in poco tempo è diventato un punto di ritrovo di artisti, pensatori, rock star.
Dopo la morte del grande amore della sua vita Hervè è tornata in Toscana ed è diventata famosa (anche se lei odia questa definizione) grazie a divertentissimi video virali su YouTube in cui litiga amorevolmente con l’insostituibile domestica Ornella e tiene con le sue amiche in indimenticabili conversazioni al telefono.
Una donna incredibile, affascinante, come ce ne sono poche che tra poco tornerà a teatro portando in una lunghissima tournée il suo spettacolo “Eleganzissima”.
Da poco ha pubblicato con Mondadori il suo primo libro “Tu non conosci la vergogna. La mia vita eleganzissima” in cui tra auto-ironia e un’incredibile dolcezza scrive appunti di memoria sparpagliati e disordinati.
Ci troverete dentro un’insospettabile nonna spregiudicata, le notti di fuoco a New York, un amante affettatore di prosciutti, una prozia sonnambula e libertina, una tigre per amica, il teatro, la musica e l’amore.
Una vita randagia, emozionata e combattuta, che Drusilla ha deciso di raccontare per “onorare ciò che è indelebile nella mia vita con tutta la tenerezza che ho per me stessa, sperando di intrattenere e, perché no, di ispirare i miei giovanissimi fan”.
Ecco la nostra intervista
“Tu non conosci la vergogna” è il titolo del suo primo libro. La vergogna è un sentimento così brutto?
Si è bruttissima perchè è un sentimento che non ci fa avanzare, ci fa retrocedere, ci fa inceppare, quindi io milito contro la vergogna. È un sentimento tutti provano naturalmente però appena lo si subodora bisogna cercare di farne qualcosa, di trasformarla in qualcosa. Può essere anche cambiare una convinzione su se stessi, rivedere la previsione di se stessi, ma mai demonizzare se stessi, è una cosa involutiva. L’ostilità verso se stessi e verso gli altri ha prodotto dittature, dolore, morte, distruzione. La vergogna è una figlia dell’ignoranza, forse hanno un padre diverso, ma la madre è la stessa.
Questo libro è una cornucopia di ricordi, sembrano non finire mai e io sono sicura che ce ne sono molti altri. Non deve essere stato facile scriverlo
Si e no, è partito facilmente ma avevo sottovalutato il potere della memoria che ha una sua autonomia di gestione emotiva e quindi ritira fuori dettagli struggenti. Quindi si vivono questi momenti di rievocazione e un secondo dopo si torna al presente. La memoria non deve essere un pantano, deve essere un cestino di ciliegie che ci portiamo in giro per un bosco durante una passeggiata.
Nel suo libro parla moltissimo della sua famiglia, che cosa le ha insegnato?
Mi ha insegnato ad avere la chance di capire, di comprendere il senso delle cose. In casa mia si diventava maggiorenni appena si era in grado di procreare, non quando si compivano 18 anni. C’era una grande libertà, ma anche un grosso senso di responsabilità. Questo ha caratterizzato tutta la mia vita. Ne ho fatte di nere ma sempre con il senso di responsabilità, non ho fatto niente senza prendere in considerazione quello che avrebbe provocato. Questo mi ha insegnato la mia famiglia: fai quello che vuoi ma dopo te la smazzi; noi ti staremo accanto, ma staremo un passo indietro, non davanti a te a proteggerti dalle tue scelte.
Lei ha avuto una vita incredibile: Cuba, New York, Parigi, Berlino poi Firenze, è riuscita ad adattarsi a tantissimi cambiamenti, è un’arte speciale. Avrebbe mai pensato di diventare “Drusilla” la star che tutti amano, sono tutti pazzi di lei!
Ma insomma io ho solo viaggiato e sono stata disposta a vivere certe esperienze, in realtà ci sono molte persone che anche senza avere viaggiato sono interessantissime. Tutti noi possiamo insegnare qualcosa agli altri. Insegnare che presuntuosa, diciamo che possiamo passare le nostre esperienze agli altri. Quando le persone si comunicano le proprie emozioni, le esperienze, le convinzioni sono “vasi comunicanti” che creano una corrente sotterranea nella società che arricchisce la società, non la deprime. Quindi cerchiamo di raccontarci tutti, più spesso. In fondo io non ho avuto esperienze eccezionali, mi sono innamorata, ho sofferto, ho vissuto in altre città. Mi sono addolorata, mi sono divertita, una cosa che accade a tutti.
Forse il dolore non tocca tutti allo stesso modo
Sì, alla fine sì, è un grosso errore rimandare il proprio contatto con il dolore. È come salire una scala, se cadi dal primo piolo non ti fai male, se cadi dal settimo ti fai molto male. Quindi facciamo subito i conti con il dolore perchè se si sale troppo in alto poi ci si fa più male.
Cinema, televisione, teatro (tra poco tornerà in scena al Puccini di Firenze), un libro, manca solo un disco, quando lo ascolteremo?
Chi lo sa, qualcuno ci sta lavorando, un signore che con gli occhi celesti e pungenti controlla tutto Franco Godi che è un musicista, un talent scout e ha inventato tante cose. Lui mi darà la chance che più mi fa sognare, non vedo l’ora di fare la copertina del disco con tutti i ventilatori.
E poi manca solo la copertina di Vogue!
Sa cosa manca? La foto sulla prima pagina della Settimana enigmistica quella vorrei, non Vogue.