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© Antonio Gravante

Enogastronomia /

Carnevale in Toscana: i dolci della tradizione

Non solo maschere e coriandoli. Sono tantissime le ricette tipiche della festa più divertente e colorata dell’anno: dalle frittelle di riso alla schiacciata alla fiorentina, dai cenci al berlingozzo

Fritti o al forno, soffici o croccanti, ma quasi sempre cosparsi di zucchero. I dolci di Carnevale della Toscana sanno conquistare ogni palato e, insieme a maschere, coriandoli e stelle filanti, portano in tavola tanta allegria.

Prima di scoprire le ricette tradizionali della regione, è utile fare un passo indietro nel tempo e capire perché, proprio per questa coloratissima festa, ci si concede un peccato di gola. In passato, il Carnevale era visto come periodo dell’abbondanza che precedeva la Quaresima, ovvero la fase di purificazione in vista della Pasqua.

In quei quaranta giorni di digiuno e astinenza, leccornie e manicaretti erano banditi dalle dispense: per questo motivo, a Carnevale si poteva mangiare senza freni anche le pietanze più sostanziose, meglio se in compagnia. Così, i dolci come cenci, frittelle di riso, berlingozzo o schiacciata alla fiorentina sono entrati di diritto nel patrimonio della cucina carnevalesca toscana.

Schiacciata alla fiorentina

Profumata e golosa, la schiacciata alla fiorentina è una specialità tipica del periodo del Carnevale. Questo dolce viene realizzato con un impasto di uova, farina, zucchero e sopra zucchero vanigliato. Ancora oggi, la superficie viene decorata con lo zucchero attraverso una mascherina raffigurante il Giglio Fiorentino.

Cenci

Frappe, chiacchiere e, in alcune zone di Prato e di Pistoia anche donzelle. Tutti questi nomi si riferiscono a una sola delizia: i cenci, rettangoli di pasta dolce fritta, simbolo del Carnevale. Il nome del prodotto deriva dalla particolare forma che assume una volta cotto, cioè quella degli stracci.

Frati

Il frate è una sorta di bombolone fatto di pasta lievitata a forma di ciambella. Questa viene poi fritta e passata nello zucchero. I frati sono uno street food apprezzato tutto l’anno, soprattutto nel periodo del Carnevale. Vengono cucinati e mangiati sul momento, ancora caldi.

Frittelle di riso

Le frittelle di riso dolci sono un classico dolce del periodo carnevalesco in Toscana – © Chiara Capecchi

Da fine gennaio a San Giuseppe (19 marzo), si possono gustare le inimitabili frittelle di riso, una tradizione che interessa tutta la Toscana e in particolare Siena. Si servono come spuntino o come dessert, meglio se accompagnati da un bicchiere di vin santo.

Castagnole

Tipiche del Carnevale in Toscana sono anche le castagnole, delle palline di impasto fritte e cosparse di zucchero a velo. Alcune ricette prevedono l’aggiunta di alkermes, il liquore tipo elisir di colore rosso brillante, ingrediente fondamentale delle famose pesche dolci.

Berlingozzo

Il berlingozzo è un dolce tipico della provincia di Pistoia che viene preparato nel periodo di Carnevale – © Visit Lamporecchio

Lamporecchio, la città della provincia di Pistoia, è conosciuta per i suoi brigidini, delle cialde dolci dal colore giallo con un intenso sapore di anice. Un impasto simile (uova, zucchero, vin santo, buccia di arancia grattata, olio di oliva, vaniglia e lievito) viene poi impiegato per preparare il berlingozzo, dallo spiccato aroma di vaniglia e di arancia.

Il nome deriva dalla parola “Berlingaccio” poiché si mangiava per il giovedì grasso.

Spongata della Lunigiana

Nell’antica tradizione di Pontremoli, in Lunigiana, nel periodo di Carnevale i giovani regalavano un dolce alle fidanzate, come pegno del loro amore e come promessa di matrimonio. Questa torta si chiama spongata ed è ripiena di miele, pane, frutta secca e spezie.

Dolci della Quaresima

Meritano un paragrafo a parte invece i dolci della Quaresima, ovvero quelle preparazioni che, soprattutto in passato, venivano mangiate nei quaranta giorni prima di Pasqua. In questa categoria troviamo gli zuccherini di Fucecchio, delle ciambelline aromatizzate all’anice che, vista la loro composizione semplice, potevano essere conservate a lungo.

I quaresimali, come suggerisce il nome, sono infine dei dolcetti a forma di lettere dell’alfabeto che, con tutta probabilità, sono stati ideati dalle monache di un convento presente tra Firenze e Prato nel XIX secolo. Questi biscotti a base di cacao amaro non contengono burro, poiché i grassi animali erano vietati durante la Quaresima, in rispetto dei giorni di digiuno che Gesù osservò nel deserto.

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