I piccoli borghi? “Ufficio” perfetto per lo swart working. Lo dimostra il caso del Comune di Santa Fiora: circa 2500 abitanti, una natura rigogliosa e la capacità di leggere i tempi attuali e di creare innovazione.
Il Comune sull’Amiata, in provincia di Grosseto, in piena pandemia ha lanciato il progetto “Smart working village”. Un patto per sostenere l’innovazione e creare opportunità di impiego, conciliando lavoro e qualità della vita, assicurato da connessioni stabili e veloci alla rete, e alla realizzazione di una struttura adeguata ad ospitare imprese tecnologiche. Oggi il Comune e la Regione Toscana hanno firmato un protocollo d’intesa per dar vita ad un luogo dove ospitare start up e imprese innovative, ma anche spazi di coworking o locali per chi lavora in smart working, per l’appunto.
L’immobile sarà acquisito o realizzato dall’amministrazione comunale mentre la Regione si impegna ad individuare possibili finanziamenti per attrezzarlo e per dotarlo di strumentazioni tecnologiche, oltre a promuovere lo spazio e i servizi erogati attraverso la struttura “Invest in Tuscany”.
L’idea può apparire semplice. E lo è. “Ma il Comune di Santa Fiora è stato il primo in Italia ad avere l’intuizione – ha sottolineato il presidente della giunta regionale, Eugenio Giani – e l’intenzione della Regione è quella di dare seguito a questa idea: una sorta di sperimentazione da replicare poi anche altrove in Toscana”.
Vivere in un borgo in mezzo alla campagna o in montagna era un tempo altrettanto bello ma forse complicato. Disagevole, per la lontananza di servizi e la necessità di fare il pendolare, anche su lunghe distanze, per andare a lavoro. Adesso con la banda ultralarga, che con le risorse messe a disposizione dalla Regione è stata portata anche dove i gestori privati non avrebbero mai investito, vivere in un piccolo borgo in mezzo alla natura può diventare anche vantaggioso. Sicuramente è meno complicato: grazie a connessioni veloci come in città (a volte anche più veloci) e stabili. E l’idea di sviluppo rilanciata dal comune amiatino è per l’appunto questa.
“Il lockdown e le restrizioni imposte dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria – ha spiegato e sottolinea l’assessore all’economia, Leonardo Marras – hanno esaltato e fatto riscoprire la qualità della vita nei borghi, lontano dalla congestione di persone delle grandi città, dunque anche più in sicurezza, e con maggiori spazi a disposizione. Ed ora la possibilità di disporre di connessioni veloci e sicure permette a questi territori di avere potenzialmente un riscatto”. “Il Comune – ha aggiunto– si è mosso da tempo, anche con incentivi, per attrarre nuovi residenti. Il secondo passo è adesso quello di attrarre le imprese, perché grazie al digitale è possibile lavorare anche in questi territori. Già sta avvenendo. Ed è qui che entra in gioco la Regione, con incentivi rivolti alla realizzazione di spazi di coworking e innovazione intelligente ma anche e soprattutto per mantenere vivaci i rapporti di queste aree con le grandi aziende, grazie alla struttura di attrazione di investimenti di cui la Regione è dotata”.
“La firma di questo Protocollo ha un valore enorme per il futuro di Santa Fiora e dell’Amiata – ha commentato il sindaco Federico Balocchi – Lo ritengo il coronamento dei miei dieci anni di amministrazione, in quanto credo che potrà contribuire concretamente a rilanciare il lavoro, ed in particolare un tipo di occupazione altamente qualificata, richiamando in montagna i giovani con una preparazione tecnologica avanzata”. “Andiamo a creare i presupposti per rendere l’Amiata attrattiva nei confronti delle imprese e di questi professionisti – ha aggiunto infine- Un’operazione necessaria per strutturare e consolidare il percorso avviato qui a Santa Fiora con il progetto dello Smart Working Village. Ed è bellissimo riuscire a trasformare un’idea in qualcosa di assolutamente concreto. Ringraziamo la Regione per credere nelle potenzialità di questo progetto”.