Questo momento, in cui a tutti noi viene richiesto il sacrificio collettivo di restare il più possibile nelle nostre abitazioni per fermare la diffusione del Coronavirus, può non essere semplice da gestire. L’ansia per il futuro, la paura del contagio, la preoccupazione per i nostri cari da cui magari siamo separati e la chiusura in casa psicologicamente sono difficili da affrontare.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana, di darci qualche consiglio per prenderci cura della nostra salute mentale.
Dottoressa Gulino, come possiamo affrontare questo momento?
Vanno seguite quelle che noi chiamiamo le tre C: calma, cautela e giusti controlli. Possiamo usare questo tempo per recuperare risorse di noi stessi perdute, archiviate nel tempo, che ci siamo dimenticati di avere perché nella nostra vita frenetica spesso siamo di corsa e lasciamo indietro tante cose. In questo momento di clausura forzata possiamo recuperare quello che di solito non abbiamo il tempo di fare, prenderci cura di noi stessi, dei nostri hobby e anche delle relazioni con gli altri.
Quali sono le attività domestiche che possono aiutarci a scaricare la tensione?
La strategia è dedicarci a quello che ci piace e che di solito non possiamo fare, come parlare con un amico che non sentivamo da tanto tempo, leggere quel libro comprato un anno fa e mai sfogliato, cucinare, dipingere, fare giardinaggio, giocare, fare ordine in casa o attività fisica. Possiamo cercare di usare questo tempo al meglio.
Invece come si può gestire la paura del contagio?
La paura in generale è uno stato emotivo sano perché è una risposta adattiva dell’individuo alle minacce dell’ambiente: una sana risposta di paura di fronte al pericolo è quello che ci ha permesso come specie umana di sopravvivere ma non deve diventare eccessiva, altrimenti può compromettere il benessere fisico e mentale. Se siamo troppo impauriti e sempre in stato di allerta il nostro sistema immunitario ne risente, va in stress, e quindi ci può rendere più vulnerabili, inoltre troppa paura compromette anche la salute psicologica e comportamentale, ci può far compiere azioni irrazionali che possono danneggiarci. Quindi il mio consiglio è sempre di mantenere la calma, utilizzare le cautele necessarie e soprattutto tenere una corretta informazione, perché essere informati riduce lo stato di allerta.
A proposito di informazione, una sovraesposizione può aumentare il panico?
La buona informazione fa bene, quindi mi riferisco alle informazioni ufficiali che vengono dal Ministero della salute, l’Istituto Superiore di Sanità o l’OMS e ci mettono al riparo dalle fake news. Informarci male invece fa male: le notizie non ufficiali, la sovraesposizione alla televisione e ai telegiornali, possono aumentare lo stato di allerta. La strategia giusta sta a metà: non minimizziamo ma non ci allarmiamo.
Chi vive solo è più a rischio psicologico?
Chi sta da solo forse in questo momento è più attrezzato di chi solitamente sta in compagnia in famiglia perché è abituato, ma sicuramente può sentirsi ancora più lontano dagli altri. Io consiglio in questa brutta emergenza di incentivare il nostro senso civico e cercare, sempre preservando la propria salute, di aiutare chi è da solo, penso all’anziano che vive nel vostro condominio e non può uscire per fare la spesa.
Come spiegare ai bambini questo momento difficile?
I bambini hanno bisogno di chiarezza, di spiegazioni semplici e non di ansia e di tensione. Bisogna spiegare ai bambini che in questo momento siamo tutti a casa perché c’è una malattia e vogliamo stare bene e per stare bene bisogna che questa malattia non si diffonda, così possiamo tornare prima a scuola e a giocare con i nostri amici.
Dobbiamo dare delle spiegazioni ai bambini che recepiscono tutto come radar, captano le emozioni e le iper attivazioni dei genitori che magari sono fissi al telegiornale e questo non gli fa bene.
Io consiglio ai genitori di tenersi informati ma di non parlare sempre e solo di Coronavirus: ascoltate musica, guardate i cartoni animati, raccontate barzellette, insomma passate il tempo con i vostri figli senza che il coronavirus sia sempre presente dentro casa.