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Chiara White canta il “mostro” della depressione nella canzone Neroseppia

La cantautrice fiorentina ha realizzato un concept album sui demoni interiori, nel tentativo catartico di capirli e accettarli cantandoli nelle sue canzoni

Chiara White_Neroseppia_PhCarlotta Nucci

Un mostro che emerge dagli abissi, ti avvolge con i suoi tentacoli e ti cosparge di inchiostro nerissimo offuscandoti la vista. Il Kraken l’orrendo mostro marino narrato dalle mitologie nordiche è stato scelto dalla cantante fiorentina Chiara White come metafora della depressione.

A tre anni dall’esordio con l’album “Biancoinascoltato” il nuovo singolo “Neroseppia” anticipa un disco che sarà tutto dedicato ai “mostri”: un concept album, in cui ogni canzone trasforma e trasfigura esseri mostruosi dell’immaginario collettivo, afferenti alle più svariate culture (da quella classica, greca, alla nordeuropea), facendone nuovi e moderni simboli. Uno scontro coi propri demoni che, attraverso l’introspezione e la musica, diventa incontro e, quindi, catarsi e liberazione.

Ecco la nostra intervista

Ciao Chiara! Il nuovo disco è pronto?

Sì è pronto già da un po’, è un lavoro molto diverso dal primo sia a livello di tematiche che a livello di produzione. Dal punto di vista prettamente musicale rimangono le radici perchè si tratta sempre di una scrittura che parte da chitarra e voce. Ma stavolta attraverso il contributo preziosissimo di Elia Rinaldi che mi ha dato una mano con gli arrangiamenti lo abbiamo rinnovato con sonorità elettroniche e sperimentali. Ho trovato grazie a lui una chiave che mi consente di chiudere il cerchio. L’arrangiamento per me è parte integrante della scrittura perchè è quella parte che fa si che una canzone ti porti a viaggiare nello spazio, ti crei una dimensione alternativa.

Per questo disco hai scelto una delle mie tematiche preferite cioè i mostri. Cosa sono per te i “mostri”?

I mostri e in particolare il mostro che è già uscito nel video “Neroseppia” cioè il Kraken sono parti di me. Parti profonde, scomode, spesso molto scomode, che attraverso la scrittura di questo disco sono andata ad affrontare. Affrontare è una parola che mi piace fino a un certo punto perchè è proprio nello scrivere, nell’autoanalisi che ho fatto che mi sono resa conto che i mostri non vanno affrontati e sconfitti, sono parte di me e tutto sommato è giusto che ci siano. I mostri sono la parte fertile di me che è poi quella che nel caso di un musicista è il terreno che fa sì che ci sia qualcosa da dire, l’emergenza di scrivere qualcosa. Ma anche nella quotidianità è quel sottobosco che cerchiamo di non guardare ma che c’è.

In Neroseppia che mostro racconti?

In Neroseppia è protagonista il Kraken forse il più scomodo e feroce di questi mostri perchè si tratta della depressione. Ho scelto la piovra gigante per tre elementi: i tentacoli, qualcosa che ti avvolge e ti tiene paralizzato, il secondo è l’inchiostro questo nero che copre tutti i colori, tutto ciò che può essere bello e piacevole e il fatto che vive negli abissi, è quella parte abissale che tutti abbiamo e che ogni tanto può risvegliarsi e portare a delle consequenze che non riusciamo a gestire. Quello che io ho capito che più lo combatti e più ti ci incazzi e più si incazza lui. Quello che possiamo fare è comprenderlo con tutti i mezzi possibili. Non voglio che passi il messaggio che la musica da sola possa bastare a combattere la depressione, chiaramente ci sono altri strumenti e aiuti che sono necessari. I mostri quando si risvegliano se li rifiuti è la cosa peggiore che puoi fare, devi cercare di comprenderli, e capire come gestirli nella tua vita, gli devi volere anche un po’ bene.

Spesso c’è una certa vergogna a parlare di problemi di questo tipo perchè si ha sempre paura di essere giudicati, in generale la malattia mentale sembra sempre una cosa di cui non si deve parlare. Credo sia utile “normalizzarla” nel senso dire che è un problema che hanno tante persone e con cui convivono

Per me è un punto fondamentale, credo che su questo in Italia siamo più indietro che in altri paesi. Credo sia fondamentale un’inclusività, ammettere che per alcune persone certi problemi o disturbi possono essere più forti che per altre. Ci sono persone che non ne soffrono, questo non vuol dire che lo stesso mostro non sia condiviso da tutti. Io con questi mostri ho deciso di fare outing ed è parte della cura, li voglio integrare.

Quindi tutti questi mostri sono esperienze che fanno parte della tua vita in modo diretto?

Sì, ti preannuncio che la maggior parte dei mostri sono declinati al femminile, questo appena uscito il Kraken di Neroseppia è il più inclusivo e il più condivisibile. Avrei voluto parlare di tematiche che non mi hanno toccato da vicino come la violenza sulle donne, ma ho capito che io in questa fase non riesco a parlare di qualcosa che non conosco. Quindi in pratica sì tutti i mostri sono esperienze di vita.

Sono curiosissima di scoprire quali saranno i prossimi mostri…

Non ho ancora deciso quale sarà il prossimo singolo ma ti svelo un mostro. Uno sarà Polifemo che rappresenterà la visione patriarcale e maschilista sia dell’amore che della società. L’idea è quella di un uomo alto e irraggiungibile ma con un occhio solo che quindi non riesce a vedere le cose nella giusta prospettiva, le vede bidimensionali.

Chiara White, Neroseppia

La tripla vita di Chiara “White” Cavallina

Chiara Cavallina, in arte Chiara White è una cantautrice e artista fiorentina. Dall’esordio discografico (Biancoinascoltato), diversi i riconoscimenti ottenuti: vincitrice del Premio Zonta per la miglior canzone d’autrice e di Glocal Sound-Giovane Musica d’autore in circuito 2018, semifinalista al Premio De Andrè e ad AreaSanremo 2018 e finalista al Proscenium Festival 2019. Infine, sarà finalista della XVI edizione del Premio “Bianca D’Aponte”. Ha partecipato  al Lilith Festival di Genova, al Reset Festival di Torino, al Chianti Festival e ad Attico Monina, e ha aperto il concerto di Ginevra di Marco alla Fortezza del Girifalco di Cortona (AR).

Oltre ad essere cantautrice, Chiara è attrice nella compagnia di teatro Gli StraniTipi, poetessa nel gruppo Affluenti, nuova poesia fiorentina, e direttrice artistica, assieme all’Associazione Culturale La Chute, della Rassegna di cantautorato al femminile Cantami O Diva(in scena da anni all’ARCI- Progresso di Firenze).

Una vita dedicata alla ricerca, interiore e artistica, ma anche scientifica, infatti Chiara è dottoressa in Scienze Geologiche e lavora come ricercatrice al Consiglio Nazionale delle Ricerche ed è anche di questa (doppia… o forse tripla) vita che si alimenta la sua musica.

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