È un simbolo della tradizione culinaria della Toscana e, forse, anche per questo motivo sembra non conoscere crisi. I cantuccini toscani IGP, infatti, continuano a crescere: nel 2021 la produzione certificata segna un +55%, attestandosi a 4.122 tonnellate (erano 2.655 t nel 2020). Con un valore stimabile al consumo che ha raggiunto i 77 milioni di euro, questo prodotto sale, quindi, sul podio delle DOP e delle IGP toscane, al secondo posto dietro al prosciutto toscano DOP e al primo posto per volumi di produzione.
All’interno della categoria panetteria e prodotti da forno delle indicazioni geografiche italiane, i cantuccini toscani IGP guidano anche la pattuglia dei prodotti dolciari.
“L’export nell’arco di pochi anni ha fatto un balzo, passando dal 37% al 50%, e la domanda proveniente da fuori confine ha trainato le vendite – spiega il presidente di Assocantuccini Giovanni Belli –. In particolare nel 2021 sono cresciuti gli Stati Uniti e, in Europa, la Germania, più che compensando le oscillazioni negative di Regno Unito (uscito dalla UE) e Asia. È un risultato a dire il vero senza precedenti e che ci lusinga, ma che impone attenzione. L’andamento dell’export, infatti, dipende anche dalla crescita del commercio internazionale, la quale a sua volta è influenzata dalla geopolitica. E l’attuale conflitto in Ucraina genera gravi tensioni che finiranno per riflettersi sul livello degli scambi internazionali”.
“La crescita di fatturato ha riguardato la maggior parte delle aziende associate – continua Belli –. Si tratta di un segnale che stiamo allargando il mercato. Nonostante il fatto che riuniamo produttori con caratteristiche diverse (piccoli e grandi, artigianali e industriali) e l’essere tutti concorrenti, un mercato in crescita consente di espandere anche i margini di azione delle singole aziende. Confido in un trend favorevole della domanda su base pluriennale, se riusciremo a superare l’attuale situazione di conflitto a livello internazionale”.
Grazie al lavoro di Assocantuccini nel 2016 è stata ottenuta la IGP. “L’associazione ha saputo mantenersi coesa intorno ai valori fondativi: qualità delle produzioni codificata nel disciplinare, comunicazione di prodotto coordinata, consulenza tecnica ai produttori – conclude il presidente Giovanni Belli -. Le regole del gioco all’interno sono chiare. E il consumatore non riceve messaggi disordinati, all’esterno. Certo che se avessimo potuto contare su risorse ad hoc per la promozione e per realizzare eventi in Italia e all’estero avremmo potuto fare di più. Ci stiamo attrezzando per questo. Tuttavia, alle fondamenta vi è sempre la coesione dei produttori. Questa coesione non è mai mancata ed è stata la nostra fortuna”.