La Specola con le sue cere anatomiche è al centro di una grande mostra in programma alla Fondazione Prada. Il regista e sceneggiatore canadese David Cronenberg ha realizzato un inedito cortometraggio, fiore all’occhiello dell’esposizione “Cere anatomiche: La Specola di Firenze | David Cronenberg” a Milano dal 24 marzo al 17 luglio.Si tratta di un progetto di Fondazione Prada ideato in collaborazione con La Specola, parte del Museo di Storia Naturale e del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Firenze, e del regista Cronenberg stesso. Così una collezione storica e un’istituzione contemporanea “dialogano”: nel caso della Specola è un assist vincente nella speranza che il museo riapra presto i battenti.
Il museo dell’Oltrarno è ormai chiuso dal 2019. Il progetto, che risale a 4 anni fa, vede ora la luce. Nella speranza che il cantiere, circa 5 i milioni spesi per i restauri, si concluda come sembra entro l’anno.
Il dialogo tra le cere e Cronenberg
La mostra “Cere anatomiche” di Fondazione Prada si articola in due sezioni: da una parte la mostra con tredici ceroplastiche del XVIII secolo provenienti dalla raccolta del museo fiorentino, dall’altro un inedito cortometraggio di Cronenberg.
Il regista ha avuto modo di riprendere alcuni dei celebri modelli anatomici femminili. Nelle sue riprese si è concentrato sul modo in cui il corpo delle donne è stato rappresentato per scopi scientifici. Attraverso le tecniche più avanzate di montaggio digitale Cronenberg esplora elementi e temi ricorrenti nella sua visione creativa: il corpo umano con mutazioni e contaminazioni è al centro di questa nuova ricerca.
L’estasi delle cere anatomiche
Come spiega David Cronenberg: “Le figure di cera della Specola furono create prima di tutto come strumento didattico, in grado di svelare i misteri del corpo umano a chi non poteva accedere alle rare lezioni anatomiche con veri cadaveri tenute nelle università e negli ospedali. Nel loro tentativo di creare delle figure intere parzialmente dissezionate, il cui linguaggio corporeo ed espressione facciale non mostrassero sofferenza o agonia e non suggerissero l’idea di torture, punizioni o interventi chirurgici, gli scultori finirono col produrre personaggi viventi apparentemente travolti dall’estasi. È stata questa sorprendente scelta stilistica che ha catturato la mia immaginazione: e se fosse stata la dissezione stessa a indurre quella tensione, quel rapimento quasi religioso?”.
Un’esposizione, due allestimenti
Da questi interrogativi parte l’esposizione. Due gli allestimenti, indipendenti, realizzati dall’agenzia creativa Random Studio. Al primo piano del Podium, nello spazio espositivo principale di Fondazione Prada, le cere del museo La Specola: un’esposizione classica, rigorosa. Al piano terra il video del regista con cui le statue sono protagoniste di una singolare metamorfosi.
Come sottolinea Miuccia Prada, Presidente di Fondazione Prada: “Il museo e l’artista propongono al pubblico visioni complementari. Il risultato è nello stesso tempo una mostra d’arte, una lezione di anatomia, un video sul desiderio e un’operazione di sperimentazione didattica con cui intendiamo raccontare il valore di una collezione e della sua storia, rivelare il contributo del pensiero creativo nella conoscenza e promuovere l’interesse per gli studi scientifici”.
Le cere anatomiche a Milano
“Cere anatomiche” presenta quattro figure femminili distese, tre dalla sezione del Sistema Linfatico e una dalla sezione di Ostetricia. La mostra milanese include una delle opere più importanti della collezione del museo La Specola, la cosiddetta Venere, un raro modello con parti scomponibili conosciuto per la sua bellezza.
In mostra nove cere dettagliate raffiguranti la gestazione, anch’esse provenienti dalla sezione di Ostetricia e realizzate in epoca illuminista con scopi didattici. Infine una serie di 72 copie espositive di disegni anatomici raccolti in nove vetrine.
Un libro per raccontare la mostra
In occasione di questo progetto Fondazione Prada pubblica un ampio volume illustrato ideato da Irma Boom. Il libro include due introduzioni di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, Presidenti di Fondazione Prada, e di Marco Benvenuti, Presidente del Sistema Museale dell’Università di Firenze; una dichiarazione di David Cronenberg; due conversazioni tra Claudia Corti e Mario Mainetti e tra Eva Sangiorgi e David Cronenberg; una serie di saggi inediti commissionati a Roberta Ballestriero, Paul Brown, Riccardo Venturi e Sandra Zecchi; e un’antologia di testi già pubblicati.