Oltre 17.600 capi bovini certificati, 3180 allevatori, 1079 macellerie, 119 laboratori di lavorazione e 80 operatori commerciali attivi sul territorio. Sono questi i numeri della filiera del vitellone bianco dell’Appennino centrale Igp – carne prodotta dalle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola – presentati nel corso del primo consiglio direttivo del Consorzio relativo all’attività svolta nel corso del 2020.
Solo un leggero calo dovuto al Covid-19
Dati che, si spiega, confermano l’andamento positivo dello scorso anno nonostante la pandemia di Covid-19. Un’Igp, ottenuta nel 1998 e primo marchio di qualità per le carni bovine fresche approvato dall’Ue per l’Italia.
Anche il vitellone bianco Igp, si spiega, ha subito l’impatto dell’emergenza sanitaria che però, rendono noto dal Consorzio, non ha inciso “in maniera particolarmente grave”. Un calo fisiologico c’è stato, venendo meno il mercato relativo al consumo fuori casa e alla ristorazione scolastica e collettiva.
Nel 2020 i capi bovini certificati sono stati 17.621 contro i 18.194 del 2019 con una flessione del 3,1% ma è in controtendenza il dato degli allevamenti con 4 nuovi ingressi nella filiera in controllo del Consorzio, mentre si mantengono stabili il numero di laboratori e di operatori commerciali e si registra un lieve calo (-6) sulle macellerie.