Nuova vita per il museo Casa Siviero di Firenze. La palazzina ottocentesca sul lungarno serristori che fu l’abitazione dell’antiquario Rodolfo Siviero considerato “lo 007 dell’arte” e che oggi è di proprietà della Regione Toscana sarà oggetto di un importante intervento di ristrutturazione che renderà il complesso interamente accessibile con un investimento di 3 milioni e 700mila euro.
I dettagli del progetto sono stati illustrati dal presidente della Regione Eugenio Giani. La ristrutturazione consentirà di esporre tutti i beni e le opere lasciate in eredità da Siviero alla Regione e creare nuovi servizi.
“Il museo Casa Siviero – ha detto il presidente Giani – è l’unico di proprietà della Regione Toscana, finché non si aggiungerà la Villa di Careggi, ed è l’espressione del genio, del talento e della dedizione all’interesse pubblico dell’antiquario Rodolfo Siviero, che lasciò la sua palazzina alla Regione nel 1983 e proprio quest’anno ricordiamo i 40 anni di quella decisione. La Regione ha destinato per questa ristrutturazione 3 milioni e 700mila euro e l’obiettivo è inaugurare l’ambiente restaurato nella primavera del 2025. Ringraziamo anche i Lions di Firenze, di Sesto Fiorentino e di Scandicci: grazie al loro impegno, una delle opere del Museo, il tondo del matrimonio mistico di Santa Caterina, verrà restaurata e esposta.”
L’obiettivo della Regione è riaprire al pubblico Casa Siviero nella primavera 2025. Il presidente Giani insieme al sindaco di Firenze Nardella sta lavorando anche all’ipotesi di agevolare l’accesso a questa parte del centro storico e a casa siviero attraverso il recupero del passaggio pedonale all’interno della Pescaia di San Niccolò.
“Il recupero del passaggio pedonale dentro la pescaia di San Niccolò” a Firenze, uno sbarramento del fiume Arno prima di Ponte Vecchio, “è una prospettiva di cui ho parlato col sindaco Nardella e ci lavoreremo insieme” ha affermato Eugenio Giani, presidente della Toscana, “la Regione metterà il suo contributo perché sarebbe un arricchimento nello sforzo di indirizzare in più zone il flusso turistico che attraverso i torpedoni arriva a Firenze”.
Giani ha spiegato anche che, a differenza di quella di Santa Rosa, la pescaia di San Niccolò “è incavata dentro, e non è accessibile solo perché si è dispersa la impermeabilizzazione che è rimasta fino al Dopoguerra. Impermeabilizzando di nuovo questa pescaia, con lavori che sono ingenti anche perché dentro è piena di tubi, rendendola pedonale, i bus fermandosi in Lungarno della Zecca Vecchia potrebbero arrivare a portare le persone direttamente verso Casa Siviero, ma soprattutto verso l’Oltrarno. Su questo progetto ci lavoreremo”.
Casa Siviero: la ristrutturazione
La riorganizzazione museale dell’immobile renderà accessibili tutti i piani anche a persone con disabilità– al momento è aperto al pubblico solo il piano terra – e permetterà l’esposizione di tutti i beni mobili e delle opere che in esso sono contenuti, mantenendo inalterate le caratteristiche della “Casa Museo”, così come voluto da Rodolfo Siviero.
In particolare, il piano terra rialzato ed il piano primo saranno destinati a museo per documentare la vita e l’opera di Rodolfo Siviero. Il piano seminterrato, che sarà aperto in particolare alle scolaresche, sarà dotato di un’area book – shop, di un guardaroba, di una sala attrezzata con audio – video, di un’area break e un locale magazzino per le attrezzature necessarie per manifestazioni e piccoli eventi.
Al piano secondo ci saranno due alloggi temporanei, da destinare ad esempio a studiosi o ricercatori in visita, con ingresso indipendente da Lungarno Serristori,
Le indagini strutturali e stratigrafiche inizieranno entro il mese di maggio. Nel mese di giugno è prevista la verifica e la validazione del progetto esecutivo. Nel mese di luglio, l’avvio delle procedure di gara che individueranno il nominativo dell’impresa esecutrice dei lavori auspicabilmente nel prossimo autunno.
Museo Casa Siviero: la storia
Casa Siviero è il museo che conserva gli ambienti, gli arredi e le opere d’arte legati alla Regione Toscana grazie alle volontà testamentarie di Rodolfo Siviero, il cosiddetto 007 dell’arte che dedicò la sua vita a riportare in Italia il patrimonio culturale illegalmente trafugato dal nostro paese.
Si trova sul Lungarno Serristori in un villino in stile neo-rinascimentale costruito negli anni Settanta del XIX secolo. Dopo vari passaggi di proprietà la casa fu acquistata nel 1919 dalla famiglia Castelfranco-Forti che ne fece un salotto culturale frequentato da personaggi come De Chirico e Savinio. Durante l’occupazione tedesca fu la base operativa del gruppo di partigiani che, sotto la direzione di Rodolfo Siviero, cercava di contrastare la razzia di opere d’arte da parte dei nazisti. Siviero lo acquistò al termine della Seconda Guerra Mondiale.
Le opere qui conservate non sono quelle recuperate da Siviero nel suo lavoro. Sono invece quelle da lui acquistate privatamente per soddisfare il suo piacere di collezionista, amante delle cose belle.
La raccolta comprende materiale archeologico di epoca etrusca e romana, dipinti e sculture di epoca medievale rinascimentale; mobili, ceramiche, arredi domestici ed ecclesiastici dal tardo medioevo all’Ottocento e un importante nucleo di opere novecentesche che Siviero acquistò da artisti suoi amici come De Chirico, Soffici, Manzù, Annigoni.
Gli ambienti mantengono lo spirito che lo stesso Siviero volle dare alla sua casa-museo per arricchire il patrimonio culturale fiorentino, sull’esempio di Horne, Bardini e Stibbert.
Le stanze piene di suppellettili di epoca diversa, fanno comprendere la profonda passione di Siviero per l’arte.
La stessa passione con la quale egli svolse il compito di riportare in Italia ciò che era stato sottratto al patrimonio culturale nazionale.