Il settore Agrifood è un asset strategico per la Toscana. Solo l’export vale quasi 3 miliardi di euro. Una realtà che coinvolge circa 43mila aziende di cui 5400 agriturismi. Sono 75.900 gli occupati di un comparto che esprime un valore aggiunto di 3,8 miliardi. La Toscana è anche la prima regione per Dop e Igp quanto a superficie coltivata, seconda per numero di prodotti certificati e tra le prime cinque per start up nel settore. Gli investimenti sull’Agrifood sono in crescita e anche il Pnnr ci investe: 45 i milioni destinati al territorio toscano.
L’AgriTech Investor Day è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione e vedere come la Toscana si sta muovendo per attrarre soldi e aziende, valutando l’apporto di università, istituti di ricerca, start up e imprese. L’incontro, promosso a Firenze da Invest in Tuscany, è servito a presentare e condividere le best practice del sistema della ricerca e dell’innovazione applicata al settore AgriTech in Toscana. Presenti tutti i soggetti, pubblici e privati, che stanno giocando un ruolo determinante in questa sfida ambiziosa e impegnativa.
Bisogni e aspettative in Toscana
Ad analizzare bisogni e aspettative delle grandi imprese agroalimentari in Toscana la ricerca condotta da The European House – Ambrosetti e presentata dal senior consultant area Scenari e Intelligence Pio Parma. “La Toscana si distingue per un posizionamento di eccellenza nel settore agroalimentare anche se dalla ricerca emerge una mancanza di strategia di lungo periodo e un’attenzione principalmente rivolta allo sviluppo dei settori vitivinicolo e oleario – sottolinea Parma – Dall’altra parte le PMI toscane non hanno le risorse per investire nella creazione di linee produttive dedicate a test e sperimentazioni”.
L’importanza della formazione
Un’attenzione particolare, come emerge dallo studio, va dedicata al reclutamento dei talenti specializzati e soprattutto alla capacità di trattenerli sul territorio, evitando la loro fuga all’estero. Grande è la necessità di una formazione professionale dedicata alle filiere chiave del Made in Tuscany, ha concluso Parma. Al punto che da più parti si invoca la creazione di una scuola di alta formazione sull’agronomia.
Il confronto tra università e start up
L’incontro di AgriTech è stato l’occasione per start up e piccole e medie imprese innovative, istituti di ricerca e università toscane di presentare progetti e ricerche nel segno di innovazione e sostenibilità. Puntando, com’è emerso più volte, anche sullo spirito di squadra. Un network di aziende, studiosi e imprenditori per consentire alla Toscana di affrontare al meglio le sfide del mercato: la lotta agli scarti, la trasparenze sollecitata dai consumatori quando si tratta di prodotti agricoli e la capacità di intercettare necessità e gusti del mercato. Ecco che l’innovazione e la tecnologia possono dare risposte a queste e altre necessità.
Le soluzioni hi-tech per l’agricoltura
L’agricoltura 4.0 è sempre più realtà in Toscana. Dalle idee e i progetti per sensori per monitorare l’andamento delle colture: evitando sprechi d’acqua e limitando il consumo di fertilizzanti e altre sostanze chimiche. Soluzioni hi-tech per fermare l’impoverimento del suolo ad esempio con le ‘coltivazioni in verticale’ e nuove tecniche alternative all’aratura che tanto dispendio di energie richiede. Gestendo al meglio dati e informazioni raccolti sul campo per ottenere prodotti sempre più di qualità, riducendo i costi e investendo sulla trasformazione alimentare di alto livello.