Dal punto di vista metabolomico e nutraceutico, l’aglione della Valdichiana presenta differenze sostanziali rispetto all’aglio comune. Ecco quanto emerge dal progetto ricerca portato avanti dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell’Università di Pisa, finanziato dalla società Qualità e Sviluppo Rurale di Montepulciano e dall’Associazione per la Tutela e la Valorizzazione dell’Aglione della Valdichiana.
Le analisi sulle qualità nutraceutiche ed organolettiche di campioni di aglione della Valdichiana (Allium ampeloprasum L. var. Holmense) mostrano un ridotto contenuto di fibre in confronto ai campioni di aglio (Allium sativum L.), entrambi provenienti dallo stesso territorio.
Inoltre, il contenuto di fenoli totali è risultato essere circa il doppio nei campioni di aglione, che potrebbe significare un maggiore potenziale antiossidante. Infine, lo screening metabolomico ha messo in luce la presenza di una serie di molecole ad azione antimicrobica, antitumorale e antiinfiammatoria maggiormente rappresentate nei campioni di aglione. Tutto ciò pone senza dubbio le basi scientifiche per una valorizzazione dell’aglione della Valdichiana come prodotto ad elevato valore nutraceutico.
“I risultati fanno ben pensare – afferma la professoressa Lucia Guidi, responsabile scientifica del dipartimento dell’Università di Pisa – tali da giustificare la sua coltivazione e la volontà di divulgarne l’utilizzo anche in un contesto più ampio delle attuali aree di coltivazione e di consumo. La ricerca ha messo a punto un modello di analisi che i produttori potranno replicare per le proprie produzioni sito-specifiche“.
Secondo lo studio, l’aglione, per le sue peculiarità e per la sua zona di produzione, si distingue sensibilmente anche da altri prodotti simili a livello internazionale. Pertanto il percorso di creazione di una DOP – intrapreso recentemente – si rende indispensabile, ai fini di una tutela del produttore e soprattutto del consumatore.