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Addio a Francesco Nuti, l’attore e regista toscano è morto a Roma a 68 anni

Se ne va uno dei registi e degli attori toscani più amati, nel 2006 un brutto incidente lo aveva costretto su una sedia a rotelle

Francesco Nuti

È morto lunedì 12 giugno 2023 a Roma l’attore e regista toscano Francesco Nuti, aveva 68 anni ed era malato da tempo.

Lo rende noto la figlia Ginevra assieme ai familiari che ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l’attore nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma. 

Il funerale sarà celebrato giovedì 15 giugno, alle 15, nella basilica di San Miniato al Monte a Firenze. Per volere della famiglia dell’attore e regista toscano, le esequie si svolgeranno in forma strettamente privata.

L’amico Leonardo Pieraccioni ha scritto su Facebook: “Evviva Francesco! Artista fantastico, poetico, innovativo, quante risate mi hai fatto fare, quante volte son venuto a vedere i Giancattivi, quante volte ho guardato e riguardato i tuoi film o ascoltato “Sarà per te”. Che regalo quando i primi giorni del mio primo film ti presentasti a sorpresa a salutarmi sul set. E che emozione quel tuo compleanno che abbiamo festeggiato a Firenze davanti a 8000 persone! Che applauso infinito che ti fecero quando salisti sul palco. L’applauso infinito che si fa ad un Artista a cui vuoi davvero bene. Ciao grande Nuti”.

Questa la dichiarazione di Alessandro Benvenuti: “Oggi è una brutta giornata per me. Ciao Francesco. Amico di un tempo lontano. Spero tu abbia trovato finalmente una giusta, meritata pace.”

L’attore e regista romano Carlo Verdone ha scritto: “Caro Francesco, compagno di lavoro generoso, affettuoso e pieno di talento, sarai sempre nei miei migliori ricordi. Un forte abbraccio alla famiglia, a tuo fratello Giovanni e ai tuoi geniali “Giancattivi” Athina Cenci e Alessandro Benvenuti. Grande dolore, tanta nostalgia.”

“Francesco era un grande che non ha bisogno di presentazioni: ha fatto la storia della commedia all’italiana, per noi che siamo venuti dopo, con Benigni, Poli e i Giancattivi è stato un punto di riferimento”. Con la voce rotta dalla commozione Carlo Conti ricorda così con l’ANSA l’amico Francesco Nuti “Con Pieraccioni e Panariello – sottolinea Conti – abbiamo sempre guardato a lui come a un punto fermo per lo spettacolo, il cinema, la televisione, quella degli anni di Non Stop, della Smorfia, di Verdone, di Troisi, una generazione di fenomeni. Per non parlare dell’avventura cinematografica che ha rappresentato passaggi importanti per la commedia. Poi è nata anche una grande amicizia che ci ha visto spesso insieme. Il calvario lunghissimo che ha affrontato ci lascia senza parole, il mio abbraccio va soprattutto a Ginevra”.

L’11 maggio 2014 Conti, con Masini, Panariello e Pieraccioni organizzò Buon Compleanno Francesco Nuti, uno spettacolo speciale al Mandela Forum, alla presenza dello stesso attore e regista, che qualche giorno dopo avrebbe compiuto 59 anni: “Credo che sia stata la sua ultima uscita pubblica – sottolinea oggi il conduttore – con forza incredibile si alzò in piedi, davanti a settemila persone, mentre Ginevra cantava Sarà per te (la canzone che Nuti portò a Sanremo nel 1988. Fu un momento pazzesco, eravamo tutti commossi”. È presto per parlare di omaggi: “In questo momento – conclude Conti – bisogna chiudersi nel silenzio e nel ricordo di quello che di grandioso ci ha lasciato. Un abbraccio a Ginevra”. 

Il cordoglio delle istituzioni

Eugenio Giani presidente della Regione Toscana ha dichiarato: “Esprimo alla famiglia il mio profondo cordoglio e quello di tutta la Toscana per la scomparsa di Francesco Nuti”. “Francesco Nuti – prosegue – è simbolo della comicità toscana intelligente, ha contribuito con la sua risata, a volte amara e disillusa a raccontare, in un modo personalissimo, la nostra regione. E’ stato un grande protagonista in un periodo che ha visto una generazione di attori e registi portare in alto la comicità toscana- ricorda sempre Giani-. Un affetto profondo lo ha sempre legato alla Toscana anche nei suoi anni più difficili ed è per questo che Francesco non sarà mai dimenticato, così come non saranno dimenticati alcuni autentici capolavori del cinema del quale è stato il geniale interprete”.

Matteo Biffoni Sindaco di Prato ha dichiarato: “Non più di qualche giorno fa il cinema Eden era strapieno per riassaporare per l’ennesima volta la poesia dei tuoi film. Ci mancherai Francesco, grazie per tutto quello che ci hai dato. Sei stato un fuoriclasse puro, di quelli che vincono le partite da soli quando hanno voglia. E questa città è casa tua; Prato continuerà a ricordarti, sempre”.

Dario Nardella, sindaco di Firenze: “Caro Francesco, troppo presto ci hai lasciato. Chissà quanti film avresti ancora potuto fare se la malattia non ti avesse colpito. Ci lasci tanti personaggi indimenticabili e una sensibilità rara. Firenze non ti dimenticherà mai”.

“A pochi giorni dal suo 68mo compleanno se ne va un pezzo del cinema italiano. Un’icona per tanti appassionati che fra gli anni ’80 e ’90 hanno apprezzato i suoi film. Francesco Nuti, attore, regista, compositore e produttore fiorentino, era una sorta di leggenda. Non è un caso che a breve avrebbe ricevuto il Globo d’oro alla carriera, riconoscimento cinematografico assegnato dall’Associazione della stampa estera in Italia. Lo aveva già vinto come miglior attore emergente insieme al David di Donatello. Nuti ci ha deliziato da attore e anche da regista, dopo aver acquisito rapidamente, una certa dimestichezza anche dietro la macchina da presa”. Così il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo su Facebook. “E’ stato uno dei protagonisti del nostro cinema, ha rappresentato un punto di snodo per il nuovo cinema italiano – aggiunge Mazzeo -. Da anni ci mancava la sua ironia a causa delle sue precarie condizioni di salute. Alla figlia Ginevra e a tutta la famiglia e ai suoi cari la mia più sentita vicinanza. Non dimenticherò mai quella risata e quegli occhi scuri così brillanti e profondi”.

Francesco Nuti: la carriera del comico “malinconico”

Francesco Nuti ha vissuto da protagonista gli anni del ‘boom’ della comicità toscana, ma si è sempre distinto dai suoi colleghi per un talento comico particolare, diverso, unico, sempre segnato da una vena di malinconia. 

Ha mosso i primi passi prima nella trasmissione Rai Non Stop e nel 1981 con il film A ovest di Paperino, con il trio “I Giancattivi” fondato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci.

Tra i suoi film più amati “Madonna che silenzio c’è stasera”  e “Io, Chiara e lo Scuro” tutti e due del regista Maurizio Ponzi.

Nel 1985 l’esordio alla regia con “Casablanca Casablanca” in cui recitava Giuliana De Sio, a cui seguono alcuni dei suoi più grandi successi come regista e attore al fianco delle più affascinanti attrici italiane tra cui: Ornella Muti che ha diretto in “Tutta colpa del paradiso”, “Stregati”, Clarissa Burt in “Caruso Pascoski di padre polacco”, Isabella Ferrari e Anna Galiena in “Willy Signori e vengo da lontano”, Carole Bouquet in “Donne con le gonne”, Chiara Caselli in “OcchioPinocchio” e Sabrina Ferilli ne “Il signor Quindicipalle”.

Il 3 settembre 2006 Francesco Nuti fu vittima di un terribile incidente, precipitando dalle scale della propria abitazione. L’attore entrò in coma a causa di un ematoma cranico e venne operato d’urgenza alla testa presso il Policlinico Umberto I di Roma. Da allora a causa di danni neurologici, è stato costretto su una sedia a rotelle.

Giuliana De Sio ha raccontato all’ANSA: “Affiorano tutti insieme ricordi che sembrano di ieri, i casini, le risate, le cene, le cantate con la chitarra, il Festival di Sanremo che lo emozionò come fosse un Nobel vinto, mi ricordo di quando morì suo padre, i suoi singhiozzi e la prima regia, il primo ciak spaesato a Tangeri, sembra ieri. Era troppo presto per andarsene, ma lui a dirla tutta ci ha lasciato tanto tempo fa. Quella di Francesco – ricorda De Sio – è una parabola misteriosa, incomprensibile di uno che ha avuto tutto e deciso di perdere tutto. È caduto dentro molto prima che cadesse tecnicamente. Ci ho pensato tante volte, non c’è un vero perché, si l’ho visto soffrire moltissimo per la morte del padre ma a quanti è capitato. È come se ad un certo punto avesse deciso uno switch, ad un certo punto mi ricordo una conferenza stampa in cui annunciò che voleva suicidarsi. La sua è stata un’autodistruzione che non mi sono mai spiegata, eppure pensavo di conoscerlo bene. Il successo – riflette – è stato un detonatore”.

“Sono andata a trovarlo anche quando stava male, un’ultima volta qualche anno fa a Prato, in una situazione triste. Nonostante il no del badante riuscii a farlo uscire e portarlo al cinema dove lo stavano celebrando, andammo con la carrozzella, fu un momento bellissimo perchè l’ho visto felice. È stato solo lasciato da tutti, era difficile avere un contatto, le ultime volte in cui c’ero io capiva e riconosceva, quindi era ancora più doloroso vederlo in quelle condizioni. Giovanni Veronesi è uno di quelli che più gli sono stati vicini”. 

Francesco Nuti

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