Non c’è mai nulla di scontato. Soprattutto in questi mesi difficili, soprattutto nelle zone più periferiche della Toscana. Ormai da un anno siamo costretti a fare i conti con i colori che determinano i confini e gli spostamenti (e di conseguenza anche le opportunità, che per molti scarseggiano). Eppure, grazie a Giovanisì, nessuno (o quasi) è rimasto escluso. Dai tirocini alla casa, dal fare impresa allo studio fino al lavoro e alla formazione. E poi c’è il servizio civile. Sono queste le aree d’intevento del progetto che Regione Toscana sostiene e promuove per favorire l’autonomia dei giovani. Ed è proprio dedicata alle opportunità offerte dal servizio civile la seconda puntata di “Accènti Intoscana”, il nuovo format video realizzato da Fondazione sistema Toscana che racconta da vicino le storie possibili di Giovanisì.
Cosa sono le “Botteghe”?
Tra tanti ragazzi e ragazze che hanno scelto di compiere questo percorso, ne abbiamo incontrati alcuni che nell’anno della pandemia hanno deciso di dedicare tempo ed energie al servizio degli altri. Tra le tante possibilità offerte dal servizio civile regionale (12 mesi di attività per ragazzi e ragazze tra i 18 e i 29 anni che ricevono un contributo mensile di 433,80 euro) c’è quella di potersi dedicare alle Botteghe della salute, volute da Regione e Anci Toscana per offrire assistenza, solidarietà e aiuto ai cittadini più fragili. Sono 84 quelle attive sul territorio, e ben 133 sono i giovani che, dall’ottobre scorso, stanno svolgendo servizio al loro interno. Tra l’altro, tra i servizi offerti, c’è anche l’orientamento e l’informazione sulle opportunità del progetto Giovanisì. Le botteghe, a vederle da vicino, pur avendo la propria sede in spazi comunali non sono veri e propri ufficili. Si tratta piuttosto di spazi di prossimità. O, meglio ancora, sono punti di riferimento per gli abitanti di piccoli borghi, aree periferiche e zone interne. Qua siamo lontanti dai capoluoghi, dalle metropoli e dalle tradizionali infrastrutture urbane.
Le testimonianze
“Facciamo del bene alle persone, anche con piccoli gesti”
Nei piccoli paesi di Toscana, spesso bellissimi, tutti si conosco e i bisogni si differenziano. Abbiamo quindi compiuto un percorso nel valdarno aretino per incontrare ragazze come Barbara, che a Castiglion Fibocchi, che conta circa duemila abitanti, non solo si occupa di attivare le tessere sanitarie (un servizio tra i tanti) ma si coordina con i volontari nell’organizzazione della spesa e della consegna a domicilio di farmaci e altri beni destinati alle persone anziane che, ci confessa, “ci sono enormemente riconoscenti per questi piccoli grandi gesti”. Del resto più un paese è piccolo, più le persone sono vicine. Lo sanno bene Arianna e Giulia, che nel comune di Laterina Pergine Valdarno si sono accorte che il loro ruolo principale è quello di far compagnia alla comunità. “Più volte, nonostante le mascherine, abbiamo visto il sorriso illuminare i volti delle persone che abbiamo aiutato”, raccontano. Esperienze come queste contribuiscono però anche alla crescita personale e professionale. Ne sono convinte Giulia e Sara, che a Civitella in Val di Chiana hanno riscoperto il senso del contatto con le persone. Lo stesso vale per Martina, che studia per diventare astrofisico ma che ha sempre avuto l’attitudine per il volontariato e la solidarietà. Complici le restrizioni anti contagio, la sua sede è all’interno della biblioteca comunale di Cavriglia. Un luogo che per l’intera comunità è diventato punto di riferimento. “L’importante è fare del bene alle persone, sia offrendo servizi sia nutrendo le loro menti”, ci dice.