Uno scalcagnato baracchino si muove per la città di Prato. È un punto d’ascolto, che si ispira al “The doctor is in” messo su da Lucy Van Pelt nel fumetto dei Peanuts. In un tempo di distanziamento fisico e sociale Gli Omini una compagnia teatrale di Pistoia ha girato quartieri, piazze, condomini della città semplicemente ascoltando le persone. Il risultato sono 12 straordinari video, cortometragi realizzati con il contributo del Teatro Metastasio di Prato e la regia di John Snellimberg. Le pillole video (visibili su TV Prato e sul sito del Teatro Mestastasio) sono state girate in otto giorni dal 28 ottobre al 7 novembre da Francesco Rotelli, Luca Zacchini e Giulia Zacchini e fanno emergere spaccati di un’umanità variegata, ritratti malinconici e ironici di una città, attraverso i suoi abitanti, frammenti di un tempo presente che ci sta sfuggendo di mano.
Ecco la nostra intervista a Luca Zacchini
Ciao Luca, chi sono Gli Omini?
La nostra compagnia è da quando è nata nel 2007 che fa indagini in giro per l’Italia. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di incontrare quante più persone possibili girando di paese in paese per registrare testimonianze per poi mettere in scena uno spettacolo che utilizzasse gli incontri fatti per realizzare un ritratto del posto che ci stava ospitando. Negli anni abbiamo fatto più o meno un centinaio di indagini con relativo spettacolo, chiaramente ogni spettacolo ha senso solo nel posto in cui l’indagine è avvenuta. Abbiamo anche costruito spettacoli che partivano da esperienze specifiche che però cercavano di raccontare qualcosa di universale come per esempio La famiglia campione che racconta uno scontro generazionale sotto lo stesso tetto, oppure il progetto T frutto di una lunga indagine sulla tratta ferroviaria Firenze- Bologna.
Com’è nata l’idea di “Posto di sblocco”?
Quest’anno quando si è paventata la possibilità di fare il teatro in streaming noi ci siamo rimasti molto male e abbiamo cercato di trovare una soluzione che andasse nella solita direzione ma non prevedesse uno stravolgimento del nostro lavoro. Per noi il teatro in streaming non ha nessun senso, quindi il progetto “Posto di sblocco” è stata la nostra risposta alle contingenze in cui ci troviamo a vivere. Ci sembrava che così si desse valore a una parte del nostro lavoro che rimane sempre nel backstage, che è la parte di costruzione dei nostri spettacoli. Era da tanto che ci stavamo chiedendo come usare i video e non più solo un registratore audio. Si è creata questa possibilità con il Teatro Metastasio di Prato, il Gruppo di Lavoro Artistico in cui siamo coinvolti e con la regia di John Snellimberg con cui abbiamo trovato una linea comune.
Quindi avete scelto alcuni luoghi significativi di Prato e siete andati col vostro carrettino ad ascoltare la gente. Sono venuti fuori dei personaggi incredibili!
Devo dire che alla luce dei fatti, sicuramente Prato ha un bell’assortimento ma si rimane sempre meravigliati di quanto in ogni posto ci siano persone e personaggi di spicco. In quel senso una delle qualità che ci riconosciamo più spesso e volentieri è proprio la capacità di ascoltare che non è una dote troppo diffusa.
Si sono create delle situazioni quasi magiche, siete entrati in contatto con realtà alternative, persone che vivono in un loro mondo totalmente avulso dalla realtà. Per esempio il video “Sentimentalmente” è stato da voi giustamente dedicato interamente al monologo di un uomo che sembra vivere in un film di fantascienza
Le persone che hanno meno possibilità di essere ascoltate e di interfacciarsi con qualcuno sono sempre state le nostre preferite. Nel caso di “Sentimentalmente” è proprio venuto lui, ha alzato la mano a metà di piazza del Duomo, si è avvicinato con una falcata e si è messo a sedere. Ci attraiamo a vicenda tra casi umani.
Molto bella anche la signora vedova due volte che rideva una matta, ha riso a crepapelle dall’inizio alla fine dell’intervista. Sono persone che lasciano tanto a chi le ascolta, forse anche degli insegnamenti, delle chiavi per capire la vita
Per noi è sempre stata una palestra da tutti i punti di vista. Sia per continuare a monitorare la società nella quale viviamo, ma anche come esercizio dal punto di vista attoriale e drammaturgico. A volte dal punto di vista dei contenuti si sentono delle cose che sono molto più assurde di quello che uno potrebbe scrivere di sua sponte. Anche dal punto di vista attoriale quando ci si preoccupa di fare una cosa troppo grottesca, abbiamo capito che ci sono persone che ne sono totalmente permeate e quindi possiamo spostare l’asticella del verosimile molto più in alto.
Emergono in parte anche i disagi che le persone stanno vivendo durante la pandemia, alcuni dicono ‘siamo stanchi’ oppure ‘stiamo aspettando’
Avendo iniziato nel 2007 in coincidenza con la grande crisi economica, siamo sempre stati dei grandi raccoglitori di lamentele, frustrazioni e disagi vari, Chiaramente ora siamo arrivati a toccare il fondo, quelle che erano problematiche già molto gravi prima come la solitudine e i disastri familiari, economici e personali, adesso sono diventati estremi. Siamo stati mossi da una curiosità rinnovata in questo senso. Sono esperienze provanti che arricchiscono tanto ma allo stesso tempo ti lasciano anche un bel po’ di amaro in bocca, alimentano anche dei dubbi che già hai. Non è stata una passeggiata di salute però ci è ritornato indietro come sempre qualcosa di molto importante in termini di energia, insegnamenti e possibilità. In tutta questa amarezza qualche sprazzo di speranza appare. Abbiamo realizzato quantitativamente e qualitativamente molto di più di quello che pensavamo sulla carta.
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