Si è aperta a Palazzo Malaspina, cuore storico del borgo di San Donato in Poggio, la personale di Pietro Spica (1953-2021), l’artista veneto “adottato” dal Chianti, a cui il Comune di Barberino Tavarnelle ha reso omaggio con un’esposizione eclettica che ripercorre il lungo cammino artistico del maestro, rappresentato da una selezione di opere realizzate con diverse tecniche tra il 1989 e il 2021.
Arte e Anarchia: esiste un nesso? Pietro Spica e il suo profondo senso di libertà, misto allo spirito giramondo e all’amore per i viaggi, per la conoscenza del diverso, per l‘esplorazione di culture vicine e lontane, lo ha dimostrato in ogni pennellata, nella rara capacità di immaginare, di vedere oltre le cose, di costruire visioni reali, materiche su ciò che ai più risulta invisibile.
L’antologica “Arte Amore Anarchia” aperta fino all’1 ottobre 2023, accoglie ed esprime un percorso, un talento, quello di Pietro Spica che ha toccato l’illustrazione, la pittura, la scultura, racchiuso nell’esposizione di oltre 100 opere, tra tele dipinte ad acrilico, acquerelli su carta, ritratti in china su carta e sculture in legno, disposte nei tre piani del Palazzo.
La mostra
Al piano terra e al primo piano di Palazzo Malaspina è esposto il ciclo dei lavori astratti, nei quali sono evidenti forme e colori ispirati dalla natura, dalle civiltà e dalle architetture che chiedono un respiro internazionale, rubati in volo da un capo all’altro del mondo, da Haiti al Massachusetts.
Al secondo piano si possono ammirare le opere realizzate secondo tecniche diverse, alcune delle quali appartengono alla serie degli acquerelli “Città immaginarie”, altre, su tela, raffiguranti architetture urbane reali tra cui si riconoscono piazze e monumenti di Pisa, Venezia, Roma, Siena, Rio de Janeiro.
L’A di Anarchia rivive nei 50 ritratti a china di volti, storie e racconti di uomini e donne che nel corso della storia hanno costruito alcune delle più importanti pagine di vita e impegno anarchico e che danno forma anche alla pubblicazione stampata nel 2021 da Shake “Storie d’anarchia per 50 ritratti” di Lorenzo Pezzica e Pietro Spica.
50 più uno: Pietro Spica, sebbene non abbia fatto in tempo a vedere il suo ultimo progetto di vita, costituisce il cinquantunesimo ‘quadro’.
L’artista: Pietro Spica
Pietro Spica nasce a Dolo, in Veneto, nel 1953 e si avvicina presto alla pittura grazie allo zio, l’artista Gianni Dova, tra i fondatori del movimento spazialista italiano.
Milanese d’adozione, è l’incontro con Bruno Munari a permettergli di fare della sua passione una professione, cominciando come illustratore di libri per bambini e insegnante di acquerello.
Compie numerosi viaggi che influenzano profondamente la sua tecnica espressiva: prima a Parigi, dove l’arte e l’anarchia si saldano insieme per sempre, poi in Oriente, da cui assorbe i primi colori, e nelle Americhe, dove trova nuove forme.