La fase 2 è alla sua seconda settimana e in Toscana la numerosità dei casi negli ultimi giorni si è attestata stabilmente su una media di 25 persone. Ars, l’Agenzia Regionale di Sanità ha ricordato che rispetto alla media dell’ultima settimana di marzo, data dalla quale si stima che le misure di distanziamento sociale abbiano avuto un loro effetto, vi è stata una diminuzione di nuovi casi dell’91% (rispetto alla media italiana del -79%, Lombardia -66%, Piemonte -71%, Veneto -75%).
Parte di questi nuovi casi (circa uno su 4) provengono dalla campagna di screening messa in atto dalla Regione Toscana su molte categorie professionali pubbliche (operatori sanitari in primis) e private utilizzando i test sierologici: a ieri erano circa 65.000 le persone che si sono sottoposte ad un test rapido di screening, circa 520 le persone che hann o evidenziato un’esposizione nel passato all’infezione Covid-19, lo 0,8% del totale dei testati, che sono stati sottoposti al tampone di verifica della loro positività o che lo effettueranno nei prossimi giorni. L’indice di contagiosità R0 in Toscana è stabilmente sotto 1 da circa un mese.
Dall’Ars spiegano poi che – nonostante i dati in miglioramento – l’invito per tutti è comunque quello di cercare di ridurre al minimo i rischi di contagio, in primo luogo usando mascherina quando ci si trova in luoghi pubblici al chiuso, mantenendo una debita distanza dalle altre persone. “Stiamo ottenendo ottimi risultati grazie al corretto comportamento di tutti e questo sforzo non deve essere vanificato – afferma Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di Epidemiologiadell’ Ars -. Considerati il periodo di incubazione della malattia e il tempo tra l’insorgenza dei primi sintomi e la diagnosi tramite test col tampone, ritengo che siamo molto vicini a poter verificare gli eventuali effetti della maggiore circolazione delle persone. Nella speranza che, anche grazie ai comportamenti corretti, gli effetti possano essere contenuti”.
Da più parti si legge come la diminuzione dei casi possa essere legata a una supposta minore carica virale del virus: non c’è alcuna evidenza scientifica – precisano dall’Agenzia – che suffraghi questa affermazione. L’analisi dei nuovi casi delle ultime due settimane, in riferimento alla loro composizione socio-anagrafica, alle condizioni del loro dello stato clinico e del luogo di contagio al momento dell’effettuazione del tampone, sta nettamente cambiando tanto da farci affermare che, se il virus non è meno “forte”, sicuramente sta circolando meno nella popolazione.
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