Torna l’estate e i corpi si scoprono mettendo in mostra centimetri di pelle che fino ad ora si confondevano sotto cappotti e maglioni. Non tutti però sono a loro agio a scoprirsi per la famigerata “prova costume”. Di questo e altri inutili luoghi comuni siamo andati a parlare con l’attivista Dalila Bagnuli che dal suo seguitassimo profilo Instagram affronta tutti i giorni la battaglia contro la grassofobia.
Dalila ha 22 anni ed è un’attivista body-positive e fat-acceptance. Nel 2020 ha creato la sua pagina Instagram @dalila.bagnuli con lo scopo di rompere la narrazione della body-positivity mainstream superficiale ed escludente. Sulla sua pagina non parla di amore incondizionato verso il proprio corpo e autostima a mille. Con i suoi post cerca di iniziare una rivoluzione partendo dal suo corpo creando un dibattito sulla questione della bellezza, dei corpi femminili, sulla cultura tossica della dieta e di quanto tutto questi strumenti siano serviti a troppe persone come arma di oppressione.
Ciao Dalila! Ti sei mai chiesta come mai il mondo è così grassofobico? Cosa c’è che spaventa così tanto in un corpo che non rispetta determinati canoni?
È una bellissima domanda, il motivo preciso non lo so. Ci sono tanti stereotipi intorno alle persone grasse, che sono persone che non si prendono cura di loro stesse o che non hanno forza di volontà. Io penso sempre alla rappresentazione delle persone grasse nel cinema e nei media. Sono sempre rappresentate allo stesso modo, o come la persona che “deve far ridere” quindi la spalla comica, o come il personaggio cattivo/invidioso, pensa per esempio a Ursula della Sirenetta. Di conseguenza nessuno vuole essere così.
Il corpo che non rispetta certi standard di bellezza non è un corpo fallito, è un corpo che merita rispetto tanto quanto quello di una modella
Quali sono i clichè che ti danno più fastidio? Il primo che viene in mente a me è la famigerata “prova costume” come se tutti noi dovessimo superare una prova per avere il diritto di andare in spiaggia
Sì e se non la superi devi chiedere scusa! C’è anche un senso di colpa e di vergogna se non si è abbastanza belli per gli altri e se non si piace. Si deve essere per forza attraenti, proprio nel senso di attrazione sessuale, come i pavoni, sempre pronti ad attirare lo sguardo degli altri. Una frase che per me è terribile è “dentro di te c’è una bellissima donna magra”, la usano spesso per pubblicizzarsi le aziende di bibitoni dimagranti. Il concetto del corpo grasso come corpo fallito e svilente è il principio della grassofobia, come un virus da cui nasce tutto.
C’è anche l’idea che “se vuoi, puoi” e quindi è colpa tua se hai un determinato corpo, quando in realtà dipende da tantissimi fattori tra cui soprattutto quello genetico. Invece l’altra faccia della medaglia è l’obbligo di “accettarsi” o “piacersi così come si è”
Chi si piace sempre? È impossibile piacersi 365 giorni l’anno. Questa è la positività tossica della body-positivity mainstream. Io sono contraria perchè esclude e allontana tante persone da un movimento che in teoria dovrebbe abbracciarle. La positività tossica fa sentire in colpa le persone che non riescono a piacersi. Invece non è un obbligo, il movimento della body-positivity chiede solo il rispetto per tutti i corpi è molto semplice.
Esatto è proprio un ribaltamento del paradigma al di fuori dei corpi
Sono gli altri che devono capire che esistono altri corpi oltre quello magro. Il corpo che non rispetta certi standard di bellezza non è un corpo fallito, è un corpo che merita rispetto tanto quanto quello di una modella. Quante persone riescono ad entrare nello stereotipo della magrezza? C’è subito un’azienda pronta a venderti una crema o un prodotto che ti sistemi il problema.
Per alcuni è difficile spesso anche accettare che una persona con un corpo non conforme possa stare bene, essere felice o anche fare sport
Quando parlo con qualcuno e gli dico che il mio corpo mi piace, spesso mi rispondono: “non è vero, non ci credo, non puoi piacerti”. Ci sono anche questa meccaniche qua. Io parlo per me, adesso è caldo e non mi sto allenando, ma di solito faccio sport tre volte la settimana perchè mi piace. E la cosa bella è che non lo faccio per dimagrire ma per far diventare il mio corpo forte. Mi alleno per farmi del bene.
Una cosa che trovo particolarmente difficile è far capire alle persone quanto sia sbagliato commentare il corpo degli altri, in qualsiasi modo lo si faccia. Per esempio fare i complimenti a qualcuno perchè è dimagrito, come se dimagrire fosse sempre e comunque una cosa positiva, quando invece a volte accade anche per motivi brutti o sbagliati, perchè si soffre o non si sta bene
Tante volte si dimagrisce perchè si soffre di disturbi alimentari o perchè i genitori si sono separati o perchè si è perso un parente. Spesso si dice la frase: “come stai bene, ma sei dimagrita?” Quindi spesso si suppone che tu sia bella perchè sei dimagrita, non può esistere il fatto che tu sia bella perchè sei felice o ti sei truccata bene e ti sei vestita bene. Una volta mi è successo che ero ingrassata, avevo preso 10 chili e mi hanno detto “Come sei bella, ma sei dimagrita?”. Veramente no. Per la persona che riceve quel determinato commento si innesca una catena di pensieri che non fanno del tutto bene, perchè in realtà è un finto complimento. Basterebbe fermarsi prima, “come sei bella, come stai bene” punto.
Che consiglio puoi dare a chi ha paura della “prova costume”, a chi non si sente del tutto a suo agio nel suo corpo
È difficile, innanzi tutto bisogna capire che non è colpa nostra. Noi non dobbiamo bellezza a nessuno. Può essere interessante anche interrogarsi sul concetto di bellezza, chiedersi che cos’è la bellezza per me? E chiederlo a qualcun altro a casa. Sicuramente le risposte saranno diverse e nessuno riuscirà a dare una definizione precisa di bellezza. Questo significa che il nostro corpo può essere bello per infinite persone, come può essere brutto per infinite persone ma questo non ci deve interessare. Il nostro corpo è valido e deve essere valido per tutte le altre persone che devono portarci rispetto, è questa la cosa fondamentale.
Chi si sente a disagio e non vuole andare in spiaggia io vorrei dire: non dobbiamo precluderci le esperienze, il sole, il mare per delle persone che hanno la bocca troppo larga e magari non vogliono guardare i propri problemi e la loro rabbia repressa. Non dobbiamo farci condizionare dai problemi degli altri, non devono condizionare le nostre scelte. Ci vuole un po’ di egoismo e il coraggio di vivere tutto, liberi e senza freni, senza nessun limite. So che nella pratica non è così semplice, ma se iniziamo a pensare che non siamo noi a doverci adattare al mondo qualcosa cambia. Siamo persone e non dobbiamo giustificarci o chiedere scusa a nessuno.