San Casciano dei Bagni svela, un po’ alla volta, tutti i suoi segreti. Il centro al centro di una vasta campagna archeologica nel cuore della campagna senese non era solo un santuario ma anche una località termale. Soprattutto ospitava pure una scuola di medicina. Una realtà affascinante e complessa, fuori però dalle grandi vie di comunicazione.
Un magnifico isolamento che non ha impedito prima agli Etruschi e poi ai Romani di cercare cura ai mali del corpo e dell’anima in quella fonte di acqua calda venerata come una divinità. Sarebbe stata la caduta di un fulmine vicino alla sorgente, nel primo trentennio del I secolo d.C., a spingere i romani a seppellire le statue dentro l’acqua calda della fonte. I sacerdoti avrebbero interpretato il fenomeno atmosferico come un segno degli dei.
Se l’accesso alla sorgente era riservato solo a pochi eletti, le vasche adiacenti si ritiene appartenessero a un grande complesso termale pubblico di cui stanno riemergendo strutture e viabilità. Una struttura che disponeva anche di aule destinate a una scuola di medicina. Ad avvalorare la tesi il ritrovamento di uno strumento chirurgico vicino a due raffinate rappresentazioni su bronzo degli organi interni umani. L’ipotesi ad oggi al vaglio degli studiosi è che San Casciano dei Bagni si occupasse del benessere individuale con un percorso a 360 gradi.
I risultati della campagna di scavo che ha portato al ritrovamento di 24 tra statue e grandi votivi di bronzo, migliaia di monete vengono oggi illustrati in un volume dato alle stampe da Sillabe editore. Il libro “Il Santuario Ritrovato 2, Dentro La Vasca Sacra” espone studi e ipotesi degli esperti coinvolti negli scavi presso la vasca sacra di San Casciano dei Bagni.
Dalle ricerche condotte sulla stratificazione del deposito votivo, sulle architetture monumentali del santuario, sulla lunga durata di riti e culti che si tennero dal III secolo a.C. al V secolo d.C., ecco spiegata la presenza di statue in bronzo, monete, offerte vegetali.
Nelle oltre 400 pagine di testo l’attenzione è stata rivolta anche alla medicina termale in uso al santuario e alle pratiche di divinazione.
Si tratta di “ipotesi preliminari” tengono a ribadire gli archeologi che hanno scoperto il tesoro archeologico nel Senese: Jacopo Tabolli, Emanuele Mariotti e Ada Savi ma le interpretazioni e le supposizioni sono d’aiuto per capire il ruolo svolto dal Bagno grande con le sue vasche sacre duemila anni fa e comprendere come la medicina si è evoluta nel tempo.
Consistente l’apporto del professore Giacomo Pardini che si è occupato delle monete con studiosi e ricercatori di numismatica dell’università di Salerno. Il team è stato ospite a Grosseto per esaminare le monete ritrovate. Dalle analisi è emerso che la maggior parte delle monete erano fresche di conio: si suppone quindi che notabili, senatori, forse addirittura imperatori le avessero offerte alla fonte in epoca romana.
Adriano Maggiani cha invece decifrato le iscrizioni etrusche, mentre Gian Luca Gregori ha affrontato le iscrizioni latine. Da queste testimonianze è emersa la sacralità della fonte antica che per gli etruschi è “Flere di Havens” e per i latini più semplicemente “Fons“. Barbara Arbeid si è interrogata invece sulla quasi assenza degli animali.
Altre risposte arriveranno dallo scavo del Bagno Grande: gli archeologi dopo lo stop imposto dall’inverno, torneranno a scavare per svelare nuovi misteri. La campagna si svolgerà dal 19 giugno al 6 ottobre e sarà guidata ancora una volta dal professore Jacopo Tabolli.
Il ritrovamento del Bagno Grande sarà protagonista nelle sale del Quirinale con una mostra dal 22 giugno al 22 ottobre. Attesa a giorni, infine, la firma del ministro della Cultura Sangiuliano per l’acquisto del palazzo nel centro di San Casciano che ospiterà il museo.