Non solo mare, ma anche archeologia: in Toscana è possibile abbinare a una giornata di relax in spiaggia anche una visita ad alcune delle aree archeologiche più interessanti del territorio, per fare un tuffo indietro nel tempo. Ecco cinque proposte tutte da scoprire, dalla Val di Cornia alle isole dell’Arcipelago Toscano.
Dalla Val di Cornia all’Argentario
Partiamo dal Parco Archeologico di Baratti e Popolunia, un vero e proprio museo a cielo aperto affacciato sul mare che si trova nel comune di Piombino e comprende l’antica città di Populonia e le sue suggestive necropoli. Qui si può passeggiare nella Necropoli di San Cerbone, dove si trovano sepolture comprese tra il VII e il V secolo a.C., come la maestosa Tomba dei Carri, larga 28 metri, e la Tomba del Bronzetto dell’offerente, proprio vicino alla spiaggia. Il percorso prosegue poi nel bosco da cui si raggiunge la Necropoli delle Grotte, con le sue tombe a camera scavate nella roccia. Salendo ancora si raggiunge l’Acropoli di Populonia, da cui si gode una vista mozzafiato su tutto il Golfo di Baratti.
Ad Ansedonia, nel comune di Orbetello, si trovano invece i resti dell’Antica Città di Cosa, un insediamento romano costruito su un promontorio roccioso da cui si vede tutta la costa dell’Argentario e l’isola del Giglio, racchiuso dentro grandi mura. Qui si può ammirare l’antico foro, sede dell’attività politica, e l’acropoli, con il resti del grande Capitolium, il tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva, e quelli del piuù piccolo tempio di Mater Matuta, dea dell’aurora e protettrice della fecondità.
I tesori archeologici delle isole toscane
Nell’Arcipelago Toscano si trovano non solo alcune tra le spiagge più belle della Toscana, con acque cristalline e fondali ideali per gli amanti dello snorkelling, ma anche resti archeologici affascinanti che raccontano la storia di queste isole abitate sin dall’antichità.
Come la Villa romana Domizia di Giannuri, incastonata tra il mare e la macchia mediterranea. L’antico complesso residenziale, un tempo quartier generale per la sosta dei velieri e per l’otium, fu costruito nel I secolo d.C. dalla famiglia dei Domizi Enobarbi, di cui Nerone era un discendente. Qui gli scavi hanno portato alla luce i resti della villa, che in origine copriva una superficie di circa 5 ettari di terreno con una grande terrazza accessibile direttamente dal mare attraverso una scalinata, e si possono ammirare i resti di pavimenti decorati con marmi di delicata fattura e con mosaici in bianco e nero. Di recente inoltre è tornato a Giannutri dopo un lungo restauro il Mosaico del Labirinto, dove è ritratto il mito di Teseo che uccide il Minotauro e di Arianna che regge il filo che aveva guidato l’eroe nel dedalo.
Non mancano i siti archeologici affacciati sul mare neppure all’Isola d’Elba. Il più suggestivo è la Villa Romana delle Grotte, un complesso imponente che domina il golfo di Portoferraio, realizzato in un punto elevato da cui si potevano controllare tutti gli spostamenti navali. La villa risale a un periodo compreso tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., apparteneva alla potente famiglia dei Valeri ed è composta da diversi ambienti, tra cui la zona residenziale e quelle dedicata alle terme, dove sono venuti alle luce i resti di diverse vasche decorate con splendidi mosaici. Molto interessanti anche le grotte scavate nella roccia, che servivano per raccogliere l’acqua piovana.
Infine a Pianosa, davanti alla spiaggia di Cala Giovanna, si trovano le rovine della Villa di Agrippa, dove tra il 7 e il 14 d.C. venne esiliato il principe Agrippa Postumo, nipote dell’imperatore Augusto. Qui si possono ammirare anche i resti dei Bagni di Agrippa, l’impianto termale che era annesso alla residenza signorile.