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Archeologia, la missione dell’Università di Firenze in Georgia per scoprire gli ominidi di 1,8 milioni di anni fa

I ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra nel sito preistorico di Dmanisi: attraverso scanner 3D, i fossili vengono studiati in realtà virtuale

Missione Georgia Unoveristà Firenze - © Ambasciata Tblisi

In Georgia, nel sito preistorico di Dmanisi, alla ricerca di reperti di 1,8 milioni di anni. La missione del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, coordinata dal Museo Nazionale della Georgia di Tbilisi e co-finanziata dal Ministero degli Affari Esteri, prosegue nella ricerca e nello studio di ominidi al di fuori del continente africano.

Il gruppo di ricerca italiano è impegnato a studiare in dettaglio la ricca fauna fossile associata ai resti umani per ricostruire, con la maggiore precisione possibile, l’ambiente e l’ecosistema di cui facevano parte gli uomini antichi contribuendo così a delinearne le abitudini alimentari e le dinamiche di gruppo.

Scanner 3D per digitalizzarei reperti

Le ricerche di quest’anno si sono concentrate sullo studio delle collezioni museali relative agli scavi effettuati negli ultimi anni. In particolare è proseguita la digitalizzazione dei resti fossili grazie all’utilizzo di scanner 3D in luce strutturata, una tecnica che consente l’acquisizione tridimensionale di tutti i dati relativi ai reperti e di proseguire poi gli approfondimenti di studio (e di musealizzazione e diffusione al grande pubblico) grazie all’altissima definizione con la quale i fossili acquisiti possono essere resi accessibili in realtà virtuale.

 © Ambasciata Tblisi

I ricercatori dell’Ateneo fiorentino nei mesi scorsi hanno pubblicato una serie di studi che andranno a confluire in un volume speciale della prestigiosa rivista “Journal of Human Evolution”.

Gli scavi archeologici intensivi a Dmanisi sono iniziati nel 1936. Sono stati scoperti resti unici di animali preistorici e di umani, compresi i denti del rinoceronte estinto Dicerorhinus etruscus etruscus che risale presumibilmente all’inizio del Pleistocene. Ritrovati poi, nel 1984, anche alcuni utensili primitivi che hanno aumentato l’interesse internazionale per il sito georgiano.

 © Ambasciata Tblisi
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