Fagiolo rosso e cavolo riccio nero di Lucca ed erbi di campo. Cosa sono? Gli ingredienti essenziali per cucinare l’ottima zuppa di Aquilea, la tradizionale pietanza che ha fatto la fortuna dell’omonima sagra che si tiene ogni anno sulle colline lucchesi nel mese di agosto.
Da sempre, infatti, il piatto forte locale è la zuppa, a base esclusivamente di verdure e insaporita da una selezione di erbe spontanee tipiche della zona. Si tratta di una vera e propria istituzione culinaria, amata anche da turisti e visitatori, che, recentemente, è stata inserita nell’elenco dei cosiddetti PAT (prodotti agroalimentari tipici) della Regione Toscana. Forse proprio per questo, Aquilea è stata insignita del titolo di Paese della Zuppa dal comune di Lucca.
Questo traguardo sottolinea anche le antiche radici della tradizionale zuppa. Si hanno testimonianze già a partire dall’anno 1100, con l’insediamento di San Leonardo nella parte alta della collina poi chiamata “del Castellaccio” dove creò una comunità e un piccolo castello. I terreni posti sulle colline erano gli unici adatti alla coltivazione, poichè nel Medioevo la pianura era soggetta a continue inondazioni del fiume Serchio. L’agricoltura garantiva anche d’inverno di avere verdure ed erbe spontanee, materie prime fondamentali per la zuppa. Il piatto era – ed è – d’uso nella giornata di venerdì, per fare “vigilia” e per utilizzare il pane raffermo.