Servono quasi 2miliardi di euro, 1.734.341.189,00 per la precisione, per ridare fiato ai territori colpiti dall’alluvione del 2 novembre. A tanto ammonta la ricognizione del fabbisogno finanziario complessivo trasmessa dal presidente Eugenio Giani, Commissario delegato per l’emergenza, al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri. E’ questo il fabbisogno valutato come necessario per il superamento del contesto emergenziale nelle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato e, per le ulteriori ed eccezionali avverse condizioni meteorologiche verificatesi nel territorio delle province di Massa e Carrara, a partire dal 29 ottobre 2023. Questa richiesta va ad aggiungersi ai 33,7 Mln di euro stanziati con le delibere del Consiglio dei Ministri del 3 novembre, del 5 dicembre e del 28 dicembre 2023 che sono stati usati per dare copertura finanziaria in parte agli interventi di primo soccorso e assistenza alla popolazione, spese funebri e una prima parte delle somme urgenze (oltre 30milioni).
“Oggi presentiamo la relazione trimestrale che, come commissario all’emergenza, avevo il dovere di fare entro tre mesi dalla pubblicazione della mia nomina, l’11 novembre – ha spiegato il presidente Eugenio Giani-. Entro un mese dovevo fare la prima sommaria individuazione dei danni per favorire l’afflusso di risorse da parte dello Stato, cosa che puntualmente ho fatto l’11 dicembre e oggi, 90 giorni dopo, il 9 di febbraio, ho presentato la relazione trimestrale dopo un attenta ricognizione dei fabbisogni. Sono relazioni che indicano con molta chiarezza che vi sono da realizzare opere per 1,75miliardi, più di 700 interventi che i nostri uffici del Genio civile, i Comuni, i Consorzi di Bonifica hanno indicato come elemento di necessità nelle 7 province coinvolte dall’emergenza. Sono molto contento che, come commissario ho potuto svolgere questo lavoro con puntualità. Se vogliamo mettere al sicuro il territorio questa è la cifra necessaria. Al di là del ruolo di commissario di governo– ha aggiunto Giani- svolgo le funzioni di difesa e protezione civile della Regione e sono orgoglioso di avere attivato una procedura che porterà nelle case di 11mila famiglie un primo contributo fino a 3000euro. Siamo ora arrivati all’erogazione, con l’invio delle mail con le richieste dell’Iban. La Regione fra i 25milioni alle famiglie e i 12 milioni che vanno sulle imprese per un totale di 37 milioni, ha messo più dello Stato che ad oggi ne ha messi 33”.
Come da ordinanza numero 1073, il commissario ha esaurito tutti i compiti di invio di relazioni, censimenti che doveva fare da ordinanza. Quindi da ora in poi tocca al Governo e al Dipartimento nazionale indicare gli ulteriori adempimenti da fare.
“Abbiamo chiuso la fase di ricognizione assegnata alle competenze del Commissario Giani – ha detto l’assessora alla protezione civile Monia Monni-. Le cifre che riassumono il quadro sono: somme urgenze 162 milioni; danni famiglie e imprese 494 milioni e opere per la riduzione del rischio residuo 1 miliardo e 100 milioni. Voglio soffermarmi su quest’ultima voce. Sarà una grande opera di ricostruzione che ci vedrà impegnati a progettare opere capaci di ridurre il rischio causato da eventi estremamente più severi di quelli sui quali si fonda la pianificazione. In alcuni casi dovremmo ridisegnare i centri abitati, come a Vaiano dove il Trescellere va stombato e questo comporterà un profondo ripensamento del centro abitato. In altri dovremo intervenire anche sulle comunità, perché non esiste nessuna opera in grado di azzerare il rischio e quello residuo andrà gestito. Quindi, accanto alle opere infrastrutturali – ha aggiunto Monni – (stombamenti, arginature, casse di espansione), immaginiamo percorsi di coinvolgimento delle popolazioni , dei comuni e delle associazioni di categoria e sindacali, per promuovere comportamenti corretti e sostenere accorgimenti edilizi o piccoli interventi in grado, però, di contenere i danni. In questa sfida che innova il modo di progettare e realizzare opere di difesa, ma impone anche un profondo lavoro culturale, ci stiamo facendo affiancare da un comitato tecnico scientifico formato da professionisti e docenti che esprimono la massima competenza e conoscenza della nostra regione.”
I numeri nel dettaglio:
1,465 Milioni per le misure e gli interventi di primo soccorso e assistenza alla popolazione, rimborsi per le spese dei soccorritori ed, in particolare, per il contributo di autonoma sistemazione (CAS);
81Milioni per dare completa copertura finanziaria alle somme urgenze e interventi urgenti per interventi di ripristino della funzionalità delle opere idrauliche, delle infrastrutture viarie, delle reti di servizi e sottoservizi nonché per le attività di gestione dei rifiuti, del materiale vegetale, alluvionale delle terre e rocce da scavo prodotte dagli eventi
45Milioni,640mila euro quale importo complessivo necessario per: la copertura finanziaria degli interventi ed attività messe in atto dai gestori dei servizi ambientali per la pulizia e la gestione dei materiali alluvionali e dei sedimenti alluvionali
494 Milioni di cui circa 66 milioni (29 per i cittadini, 37 per le attività produttive) sono il cosiddetto “immediato sostegno”, ovvero i 5mila euro per le famiglie e 20 mila euro per le attività produttive: “questi due contributi – ha precisato il direttore Massini- non saranno gli unici che ci saranno, perché la richiesta e in genere anche la risposta da parte del governo è su tutti i 494 milioni di danni, con il metodo di calcolo che ci chiede il governo, per i cittadini e attività produttive.
1,1 Miliardi sono gli interventi di riduzione del rischio residuo, che sono quelli che servono a garantire al territorio un ripristino del livello di sicurezza ante evento e per quanto possibile ridurlo.
I ristori per le famiglie
Il direttore della protezione civile regionale Giovanni Massini si è soffermato sul funzionamento dei sostegni alle famiglie: “Faccio un esempio: se una famiglia ha dichiarato un danno di 50 mila euro, ora riceverà 3mila euro dalla Regione Toscana, a breve dovrebbe ricevere 5mila euro dell’immediato sostegno da parte del Governo, con tempi un po’ più lunghi un ulteriore quota per avvicinarsi ai 50mila euro che ha speso di ricognizione. Quindi i ristori non si fermano con 3mila più i 5mila euro ad oggi disponibili, ma andranno avanti, in genere purtroppo con tempi più lunghi, anche di ulteriori ristori per arrivare fino a quasi una buona parte dei danni che ciascuna famiglia o attività produttiva ha subito. Dunque – ha concluso- non è vero che dopo i primi 5mila euro non ci saranno più forme di sostegno”.