Nell’ambito della Medicina nucleare dell’ospedale di Massa (Massa Carrara) è stato messo a punto un metodo innovativo per identificare precocemente la ripresa del tumore alla prostata dopo una iniziale apparente guarigione
Il nuovo metodo, spiega l’Asl Toscana nord ovest in una nota, si chiama Pet-Psma e presto sostituirà la tradizionale Pet-Colina, sino a poco fa ritenuta l’indagine più precisa da utilizzare nei pazienti con tumore prostatico.
Ogni anno sono 36.000 i nuovi casi di tumore alla prostata in Italia. Ogni anno 6.000 pazienti vengono curati con la prostatectomia radicale ed altrettanti ricevono un trattamento di radioterapia. Queste terapie sono di solito inizialmente molto efficaci. In più dell’80% dei casi si assiste ad una completa remissione della malattia, testimoniata dal fatto che il Psa (il marcatore che porta a fare la diagnosi) si abbassa a valori che sono prossimi allo zero.
Tuttavia, dopo un periodo di guarigione apparente, che può durare anche anni, almeno nel 30% dei pazienti il Psa ritorna a crescere in modo progressivo e costante, indicando in modo inequivocabile che è in atto una ripresa della malattia.
“Siamo orgogliosi – afferma il direttore della Medicina nucleare di Massa Pietro Bertolaccini – di mettere a disposizione del paziente questo nuovo strumento diagnostico che, attraverso un percorso di controllo post-intervento, sarà in grado di anticipare i tempi per scoprire il ritorno della malattia. La Pet-Psma ha dimostrato evidenti vantaggi rispetto alle altre metodiche, sia nell’identificare una ripresa di malattia prostatica che nel localizzarne la sede precisa. Con questa procedura è infatti possibile individuare la recidiva di malattia in fasi molto precoci, anche quando i valori di Psa sono ancora molto bassi, cioè nelle fasi iniziali”.