Collari con il GPS, immagini prese col drone e segnali acustici per spostare gli animali da remoto, usando lo smartphone o il computer. È questo il progetto per guidare gli allevatori italiani verso il futuro che arriva dall’Università di Firenze, per il quale la ricercatrice in zootecnia Chiara Aquilani ha ricevuto un finanziamento da 1 milione di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca per accedere alle risorse 2022 del Fondo Italiano per le scienze applicate (FISA).
Guidare gli animali al pascolo da remoto
Il suo progetto “Livebiotrack“, di durata quinquennale, ha come obiettivo sviluppare soluzioni tecnologiche per l’allevamento.
“Vogliamo realizzare una piattaforma integrata che utilizzi nuovi dispositivi che consentano il monitoraggio da remoto degli animali al pascolo, attraverso strumenti di agricoltura di precisione e telerilevamento, come le immagini satellitari e da drone – spiega Aquilani – inoltre, ed è la novità rispetto ai progetti precedenti, i dispositivi saranno anche in grado di stimare la biomassa del pascolo e di indicare agli allevatori quantità e qualità della risorsa alimentare ancora a disposizione”.
Gli animali saranno tracciati grazie ad appositi collari GPS con un sistema di notifica che avviserà l’allevatore se l’animali sconfinasse dall’area di pascolo, tramite coordinate GPS. Il collare sarà dotato anche di marche auricolari per monitorare le condizioni di salute del bestiame. Il tutto con un occhi di riguardo alla sostenibilità: saranno infatti utilizzati materiali di green electronics, biodegradabili e meno impattanti da smaltire.
Geolocalizzare gli animali e spostarli se manca il cibo o c’è un predatore
Greggi e mandrie verranno spostati dall’allevatore utilizzando lo smartphone e il pc e testando l’impiego di segnali acustici per richiamare gli animali verso un punto di raccolta.
La geolocalizzazione degli animali permetterà anche di vedere se in quella zona manca il cibo o c’è un predatore e quindi di spostarli. “La nostra piattaforma integrata – aggiunge Aquilani – sarà capace di geolocalizzare bovini, ovini e caprini, consentendo agli allevatori di conoscere la posizione dei propri animali sul territorio e il loro comportamento. L’allevatore può così accorgersi di uno stato di salute compromesso ed essere avvisato in caso di comportamenti anomali che potrebbero indicare un imminente evento di predazione.”