Un crocifisso dipinto risalente al primo quarto del XIV secolo, noto come Crocifisso Corsi, entra a far parte della collezione della Galleria dell’Accademia di Firenze.
L’opera è stata acquistata dal museo fiorentino per 650mila euro in occasione dell’ultima Biennale internazionale dell’antiquariato a Firenze che si è tenuta a Palazzo Corsini nel 2022.
Il crocifisso può essere ammirato da tutti al piano terra del museo, accanto alle opere degli artisti fiorentini del Duecento e Trecento.
“Arricchire il museo con nuove acquisizioni, è un compito che mi sono prefissa dall’inizio della mia direzione e dal 2016 ad oggi possiamo contarne ben 17” – racconta Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia. “Dopo il busto in marmo di Napoleone di Lorenzo Bartolini, siamo lieti di accogliere nelle nostre collezioni il Crocifisso Corsi, un’opera realizzata nel primo quarto del XIV secolo da un pittore fiorentino che prende il nome proprio da questa tavola: Maestro del Crocifisso Corsi.”
La storia del Crocifisso Corsi
L’attribuzione al Maestro del Crocifisso Corsi si deve a Richard Offner, nel 1931, che lo definì un pittore dal talento drammatico, formatosi a stretto contatto con il Maestro della Santa Cecilia.
Il crocifisso proveniva dalla ricca raccolta che l’ingegnere Arnaldo Corsi lasciò al Comune di Firenze nel 1938. Dal 1952 è sul mercato antiquario e da allora è passato nelle mani di diverse proprietà, annesso a varie collezioni private tra il capoluogo toscano, Milano e Venezia, prima di giungere, oggi, alla Galleria dell’Accademia di Firenze, tramite l’antiquario Fabrizio Moretti.
Il Crocifisso Corsi, una tempera su tavola, è arrivata alla Galleria dell’Accademia in un buono stato di conservazione, anche se mancante di alcune parti come i terminali laterali e il braccio superiore con la relativa cimasa, dove si presume fosse raffigurato un Pellicano mistico, nell’atto di nutrire i piccoli col suo sangue, allegoria di Cristo, morto per la redenzione dell’umanità.
Il terminale sinistro, con l’effigie della Vergine dolente, è stato identificato, negli anni ’80, da Milan Boskovits in una raccolta privata: anche se in cattive condizioni, questo elemento ha consentito una parziale ricostruzione dell’opera.
La Galleria dell’Accademia ha sottoposto il dipinto ad intervento di anossia, operazione necessaria per tutelare ed evitare attacchi di tarli.
Il Crocifisso Corsi costituisce un documento ulteriore della straordinaria vitalità creativa del panorama fiorentino degli inizi del Trecento.