Si stima che una donna, nell’arco della propria vita, affronti circa 500 cicli mestruali che durano in media 28 giorni e comportano 3-5 giorni di mestruazioni. Prevedendo un utilizzo medio di 4 assorbenti al giorno, si ottiene un consumo medio di 10 mila assorbenti nell’intero arco di vita e una spesa di circa 2.000 euro solo per assorbenti.
A Pontassieve dal 1° marzo alla farmacia comunale i prodotti igienici femminili essenziali – assorbenti interni, esterni, coppette mestruali – saranno in vendita senza la tassazione del 22% e con un ulteriore sconto applicato dal Comune.
Una scelta volta a sensibilizzare sul tema di un’imposta iniqua, applicata a un bene definibile come primario. “In Italia – riporta il testo della mozione – sono in vigore tre aliquote Iva: 4 % (aliquota minima, applicata alle vendite di generi di prima necessità); 10% (aliquota ridotta, applicata a determinati prodotti alimentari, a particolari operazioni di recupero edilizio e ai servizi turistici): 22% (aliquota ordinaria, per tutto il resto) e che i prodotti sanitari per il ciclo mestruale, nonostante costituiscano un bene primario, sono sottoposti all’Iva del 22% cioè l’aliquota massima contemplata dal sistema fiscale italiano, equiparandoli a beni di lusso”.
“Voglio ringraziare l’Amministrazione comunale di Pontassieve – ha detto l’Assessora regionale alle pari opportunità Alessandra Nardini – per questa importante iniziativa che, eliminando completamente l’iva sui prodotti igienici femminili, contribuisce a ridurre le diseguaglianze di genere che, nel nostro Paese ancora resistono. È insopportabile il fatto che su beni di prima necessità, come gli assorbenti, venga applicata ancora l’iva al 22%, come se fossero beni di lusso. Questa iniziativa del Comune assume un’importanza ancora più grande in questo difficile momento, in cui sappiamo bene che sono proprio le donne e i giovani a pagare di più le conseguenze della pandemia. È un messaggio importante che parte da Pontassieve e mi auguro che anche a livello nazionale questa battaglia diventi la battaglia di tutti e possa finalmente vedere un esito positivo.”
“Il riconoscere il carattere di essenzialità dei prodotti sanitari per il ciclo mestruale è una battaglia di civiltà, che ad alcuni potrà sembrare poca cosa, ma che è tutt’altro. – spiegano la Sindaca Monica Marini e l’Assessore alle pari opportunità e politiche di genere Jacopo Bencini– I prodotti per il ciclo mestruale sono, per ogni donna, un bene essenziale e necessario ma – ingiustamente – molto costoso. Il far gravare il loro costo interamente sulle donne, tassandoli come se fossero prodotti di consumo di cui si possa fare a meno, è espressione di una cultura che del ciclo mestruale parla poco e niente e, quando lo fa, spesso si nutre di toni derisori e, talvolta, addirittura denigratori. Quella stessa cultura che perpetra una differenza salariale tra uomini e donne, che pone ancora le donne di fronte alla scelta tra maternità e carriera e che ancora guarda alle differenze di genere come a giustificazioni per troppe discriminazioni”.
L’auspicio dell’Amministrazione è che questa iniziativa sia un’esperienza seguita anche dal tessuto economico locale per proposte analoghe da intraprendere all’interno dei propri esercizi commerciali.