Scoppia la guerra del cacciucco. La polemica divampa via social a Pisa per l’arrivo di Alessandro Borghese impegnato sul set di una nuova puntata di 4 Ristoranti. All’ombra della torre che pende il cuoco televisivo è alla ricerca del vincitore pisano del celebre programma di Sky.
A sfidarsi nella puntata che andrà in onda nei prossimi mesi: l’Osteria La Grotta di via San Francesco, l’Osteria Rossini in piazza Dante, la Trattoria Il Campano di via Cavalca e l’Osteria In Domo poco lontano da piazza dei Miracoli.
La gara all’ultimo piatto tra ristoranti è destinata a passare un po’ in secondo piano dopo le parole di Alessandro Borghese sui social. Il celebre cuoco in un messaggio su Facebook esprime parole lusinghiere sul centro toscano: “Pisa è cultura, è storia, è sapore! Tra vicoli fermi nel tempo, piazze affascinanti e piatti della memoria, ogni angolo ti svela una nuova sorpresa. Un dedalo in cui perdersi nella bellezza, quasi a sentire quelle “voci misteriose” che raccontano di cavalieri e spiriti sotto il cielo pisano”. Per ribadire questo apprezzamento per la città Borghese si fa ritrarre abbracciato alla torre.
Borghese esalta le tradizioni culinarie di Pisa: “sono un mix perfetto di passato e presente: la torta co’ bischeri, il cacciucco pisano, il cinghiale, la trippa… un’esplosione di sapori in un viaggio tra Medioevo e Rinascimento! E se pensi che la Torre sia l’unico miracolo, preparati a scoprire un mondo gastronomico che non ti aspetti”.
Il cacciucco pisano e il mucco labronico
Il riferimento al cacciucco pisano ha subito scatenato una raffica di commenti al vetriolo, soprattutto sponda livornese sui social. Qualcuno, quasi come affronto, ha ironicamente commentato per ripagare Pisa con ugual moneta: “come parlare di mucco labronico“.
Il cacciucco che nel centro labronico è il piatto simbolo, vista la storica rivalità con la città vicina, non può essere accostato al nome di Pisa. Almeno sui social la pensano così. In verità Pellegrino Artusi, autore de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, attesta l’esistenza di una alternativa al cacciucco livornese: quello viareggino che però definisce meno gustoso ma di varianti pisane non fa cenno.
Un cacciucco con la certificazione
Il cacciucco è un piatto “autarchico e anarchico“, ma per salvaguardarne l’identità tradizionale, è arrivato il marchio Cacciucco Certificato 5C: è nato con l’idea di tutelare e valorizzare la ricetta del cacciucco livornese tipico tradizionale, invitando così a diffidare delle imitazioni.
La definizione 5C si ispira alla parola “Cacciucco” e alle cinque “C”: caratteristico (tipico di Livorno e dei comuni limitrofi); classico (ben saldo nella cultura e nelle tradizioni della città); cucinato con cura e competenza. Il piatto è stato inserito tra le Ricette della tradizione dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Toscana. Un percorso sostenuto dalla Regione attraverso Vetrina Toscana fino al riconoscimento.