Made in Toscana/

Al via Pitti Uomo, il presidente Giani: “Un memorandum per il rilancio della moda toscana”

Con 770 espositori si è aperto il salone fiorentino della moda maschile: l’impegno della Regione per il comparto

L’inaugurazione di Pitti Uomo

Si è aperta oggi a Firenze l’edizione 107 di Pitti Uomo: all’inaugurazione ha partecipato anche il presidente della Toscana Eugenio Giani, che nel suo intervento ha voluto sottolineare l’impegno della Regione Toscana rispetto alla crisi che sta vivendo il settore della moda.

“È un’edizione di grandi aspettative con 770 espositori e una prospettiva di grande seguito anche anche da un punto di vista internazionale con il 45% dei brand esteri – ha detto Giani – se anche esiste una crisi nel  mondo della moda, vedo tanti sintomi di affermazione del Made in Italy che attraverso la moda si proietta  verso un rilancio all’insegna del genio, della creatività e della professionalità degli operatori del settore”.

Il presidente Giani all’inaugurazione di Pitti Uomo

Il tavolo regionale per la moda toscana

“Al tavolo regionale per la moda, stiamo appunto finalizzando un memorandum – ha spiegato il presidente – per la difesa ed il rilancio della moda in Toscana che verrà proposto e sottoscritto a breve con le categorie economiche ed organizzazioni sindacali partecipanti allo stesso tavolo”.

“L’anno appena trascorso – ha aggiunto Giani – è stato segnato dalle guerre, situazione che porta  a una chiusura generale dei mercati e ad uno scenario internazionale che può avere rallentato la crescita del settore.  Non a caso dopo l’elezione di Trump si parla di dazi e di dogane. C’è stato un freno, ma la moda in realtà, da un punto di vista della crescita, del benessere, della qualità della vita e delle prospettive per il futuro, rappresenta uno dei mondi con più prospettive. Lo dimostra il fatto che a Firenze e in Toscana arrivano imprenditori per conoscere le normative urbanistiche per costruire nuovi stabilimenti. Significa che nel settore c’è vitalità e voglia di crescere. Oltre la crisi, dobbiamo guardare al momento in cui si rialza la curva delle esportazioni della moda, espressione del DNA italiano nel mondo”.

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