Dal 15 marzo al 9 giugno 2024 il Museo Novecento di Firenze ospita “La stanza vede. Disegni 1973-1990”, una mostra dedicata ai disegni di Jannis Kounellis, con la direzione artistica di Sergio Risaliti, a cura di Dieter Schwarz.
Jannis Kounellis è conosciuto in tutto il mondo come esponente della così detta “Arte povera” e per le sue installazioni spesso di grandi dimensioni. Stanze piene di tavoli, di armadi, di cappotti, opere destinate a stupire profondamente chi le guarda e a lasciare un ricordo indelebile. Meno nota la sua produzione di disegni che sarà possibile ammirare nella mostra fiorentina.
Nel Museo Novecento saranno infatti ospitati un centinaio di disegni, dal 1973 agli anni ’80, eseguiti su carta, per lo più a china, matita, carboncino, tra gli anni Settanta e Ottanta, esposti integralmente per la prima volta nel 1990 al Gemeentemuseum Den Haag dell’Aia.
“La mostra di Jannis Kounellis al Museo Novecento è l’occasione per la città di Firenze di rendere omaggio ad un grande artista a pochi anni di distanza dalla sua scomparsa, avvenuta nel 2017 – ha detto Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento – La selezione di disegni esposti in mostra apre alla possibilità di accedere al mondo fantastico e poetico di Kounellis, ai suoi sogni e ai suoi incubi, al labirinto delle sue immaginazioni e delle sue suggestioni, ai suoi archetipi figurativi e alle sue più ricorrenti iconografie, a quell’intrecciarsi di memorie arcaiche e immagini moderne, che nel crogiuolo della sua anima di pittore rinascono sotto altra specie come presenze nuove e misteriose allegorie. Alcuni disegni rappresentano la prima intuizione di installazioni potenti e monumentali, altri sono fulminei schizzi di opere iconiche che hanno segnato la storia dell’arte contemporanea. A volte si tratta di minute annotazioni, forse esercizi di memoria, eseguiti all’impronta come risvegliandosi da un sogno. Ecco una macchina da cucire, una grande nuvola di fumo che può trasformarsi in un dolce, riflessivo volto femminile. Ecco una locomotiva che sferraglia veloce, sbuffa dal camino e materializza un corpo di donna. Si tratta di un’occasione speciale, iniziatica, per entrare in confidenza, se mai sia possibile, con l’arte di Kounellis, che amava definirsi ‘un poeta muto, un pittore cieco, un musicista sordo’.”
La mostra di Jannis Kounellis a Firenze
La mostra al Museo Novecento mette al centro il disegno sia come progetto e idea, sia come pratica a sé stante.
L’esposizione al Museo Novecento è un’occasione unica e irripetibile per sbirciare dalla serratura nella mente del grande artista e scoprire come nasce un’opera d’arte
I disegni erano appunti di concetti che interessavano Kounellis e sui quali rifletteva assiduamente. Alcuni di questi, che sviluppava e variava continuamente, trovarono la loro materializzazione nelle sue opere.
Molti fogli sono caratterizzati da vere e proprie prime prove progettuali: al centro della carta Kounellis ha tratteggiato in velocità la sagoma di una lastra su cui possono stare appesi cappotti, strumenti musicali, oppure, in una rigorosa costellazione di mensole, ciottoli anneriti, sacchi di iuta ripieni di carbone, legni macchiati di nero.
A volte i disegni sono annotazioni, forse esercizi di memoria nati come risvegliandosi dopo un sogno, fantasie notturne, magari eseguite in un caffè, in una stanza di albergo, durante un viaggio in treno.
L’esposizione al Museo Novecento è quindi un’occasione unica e irripetibile per sbirciare dalla serratura nella mente del grande artista e scoprire come nasce un’opera d’arte.
Guardiamo con calma questi disegni dominati dal nero, che è il colore dell’inchiostro e del carbone, del fumo e della notte, della malinconia e dell’irrazionale, del tragico mondo di Amleto e dei corvi di van Gogh, così come del mare nero cantato dal poeta simbolista Arthur Rimbaud.