L’agriturismo, matrimonio perfetto tra produzione agricola e turismo esperienziale. Un modello di sviluppo sostenibile da percorrere anche per riequilibrare un mercato turistico troppo spesso sbilanciato sulle grandi città.
Un esempio virtuoso per valorizzare il territorio e preservarlo dall’abbandono. Soprattutto un sostegno per le aziende agricole. Ma queste realtà imprenditoriali trovano non pochi ostacoli sul loro cammino a cominciare dalla troppa burocrazia. Da qui la richiesta di una maggiore semplificazione.
Passato, presente e futuro dell’agriturismo
Partendo da queste premesse il convegno “Agriturist racconta l’agriturismo italiano: passato, presente e futuro”, ha cercato di dare risposte. All’incontro dell’Associazione nazionale per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio, organizzato alla Fattoria di Maiano a Fiesole, non sono mancati suggerimenti e proposte.
“Gli agriturismi italiani offrono qualità, autenticità e sostenibilità, tre valori che fanno dell’Italia un’eccellenza unica al mondo, e si confermano un tassello strategico per il turismo sostenibile e la valorizzazione delle aree interne, un volano per il Paese e una garanzia per lo sviluppo economico e sociale di borghi e territori rurali” è stata la premessa di Augusto Congionti, presidente nazionale di Agriturist.
Una realtà, quella del turismo agrituristico, che conta 26mila aziende attive in Italia. Dove oltre all’accoglienza e alla ristorazione spicca il ruolo giocato da fattorie didattiche, fattorie sociali e vendita diretta dei prodotti tipici.
Toscana, regione leader del turismo agrituristico
“Con oltre 5.600 strutture attive, la Toscana si conferma la regione leader in Italia per il turismo agrituristico, rappresentando il 21% del totale nazionale” ha sottolineato nel suo intervento Stefania Saccardi, assessora all’Agricoltura e vicepresidente della Regione Toscana.
“Grazie alla legge regionale sull’agriturismo, aggiornata nel tempo per includere anche le attività di enoturismo e oleoturismo, abbiamo permesso la valorizzazione di una grande parte del nostro patrimonio agricolo e immobiliare, che altrimenti sarebbe andato in rovina – ha spiegato Saccardi – Oggi gli agriturismi rappresentano un’integrazione essenziale per il reddito degli agricoltori: senza questa attività, molte aziende agricole non riuscirebbero a sostenersi economicamente”.
Presente e futuro del turismo esperienziale
L’assessora ha evidenziato come l’agriturismo non sia solo un’opportunità economica, ma anche uno strumento per mantenere il territorio ordinato e vivo. “Chi arriva in Toscana trova una terra ben tenuta – ha detto Saccardi – con immobili recuperati e un’ospitalità di altissimo livello. Questo è un risultato diretto delle politiche agrituristiche che abbiamo promosso”.
Saccardi ha inoltre posto l’accento sull’importanza di decongestionare le città d’arte come Firenze, favorendo il turismo nelle aree rurali. “Durante il Covid – ha ricordato – le campagne toscane e i nostri agriturismi erano pieni mentre le città erano vuote. Questo modello può essere replicato per affrontare fenomeni come l’overtourism, offrendo ai visitatori esperienze uniche nei territori circostanti le città d’arte”.
Turismo esperienziale e presidio sociale
Secondo Saccardi, il turismo esperienziale è una chiave di sviluppo per l’intera Toscana: “Portare i turisti a conoscere i processi produttivi, come la produzione di olio e formaggi, e a visitare frantoi e aziende agricole rappresenta un’opportunità straordinaria per promuovere il territorio e i nostri prodotti di qualità. La collaborazione tra Regione, province e città metropolitane è fondamentale per valorizzare queste risorse”.
“Gli agriturismi – ha concluso la vice presidente della Regione – non sono solo un presidio economico e sociale, ma anche un elemento essenziale per il turismo sostenibile e per il mantenimento della nostra identità territoriale”.
Troppa burocrazia, procedure da semplificare
Purtroppo la burocrazia è uno dei principali ostacoli allo sviluppo del settore agrituristico. “Non mancano i fondi, ma troppo spesso le procedure sono così complesse da rendere difficile l’utilizzo delle risorse. Per questo come Confagricoltura Toscana chiediamo semplificazioni, soprattutto per i giovani imprenditori che scelgono di investire nelle aree interne, garantendo così il ricambio generazionale e una nuova prospettiva di sviluppo” ha sottolineato Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana.
“Un quarto delle aziende agricole della Toscana svolge quest’attività, dedicando complessivamente 80.000 ore di lavoro l’anno. Questo impegno costante non solo genera valore economico, ma svolge un ruolo cruciale nella tutela dell’ambiente, nella salvaguardia delle aree interne e nello sviluppo sociale” ha puntualizzato Neri.
Il presidente di Confagricoltura Toscana ha sottolineato l’importanza degli agriturismi come presidi territoriali. “Gli agriturismi operano in aree che, senza di loro, rischierebbero l’abbandono. Come ha detto l’assessore regionale Stefania Saccardi – ha ricordato – queste strutture garantiscono la vitalità delle zone rurali, mantenendo vive comunità e tradizioni che altrimenti scomparirebbero”.
Neri ha richiamato anche l’attenzione sull’importanza di coinvolgere il mondo degli agriturismi nei tavoli istituzionali: “Agriturismo significa sostenibilità, economia e cultura. È fondamentale che questo settore venga riconosciuto per il suo valore strategico, sia a livello regionale che nazionale”.
“Dobbiamo impegnarci affinché il settore venga percepito per quello che realmente è: un modello virtuoso di sviluppo sostenibile, integrazione economica e tutela del territorio” ha concluso il presidente di Confagricoltura Toscana.