Avrà sede a Firenze il Centro studi della Consulta dei Distretti del cibo: è quanto prevede l’accordo fra la Consulta e la Cattedra Unesco in Agricultural Heritage Landscapes recentemente istituita dall’Università di Firenze, annunciato in occasione della prima assemblea nazionale della Consulta, che si è tenuta ieri nel capoluogo toscano presso l’Accademia dei Georgofili.
Nuovi modelli per superare la crisi alimentare
Il Centro studi svilupperà per la Consulta attività di ricerca e di progettazione nell’ambito dei modelli di agricoltura sostenibile integrati con il paesaggio. Modelli che, sostengono i promotori dell’iniziativa, potrebbero traghettare fuori dalla crisi alimentare una catena messa in ginocchio prima dalla pandemia e poi dal conflitto in Ucraina.
I progetti già svolti “ci dicono che si possono ottenere buoni risultati se si attuano politiche territoriali coerenti con le caratteristiche del paesaggio”, ha affermato Mauro Agnoletti, che presiede la cattedra Unesco, aggiungendo che “investire in progetti coerenti con i caratteri culturali, storici, ambientali e le vocazioni produttive, può evitare fallimenti e il degrado delle risorse paesaggistiche, come accaduto troppo spesso, e invece valorizzarle”.
Patuanelli: in arrivo nuove risorse per i Distretti del cibo
I Distretti del cibo, istituiti con una legge nazionale nel 2017, costituiscono un nuovo modello di sviluppo per l’agroalimentare italiano. Nascono infatti per fornire a livello nazionale ulteriori opportunità e risorse per la crescita e il rilancio delle filiere e dei territori. I Distretti hanno come obiettivo la sicurezza alimentare, la diminuzione dell’impatto ambientale delle produzioni ma anche la salvaguardia del territorio e del paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari.
“Pieno sostegno e supporto” ai Distretti del cibo per “lo sviluppo armonico dei territori, la difesa paesaggistica, e insieme il rilancio dell’occupazione locale” è arrivato dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, che ha inviato un messaggio all’assemblea della Consulta a Firenze.
Per questo, ha ricordato Patuanelli, “abbiamo inteso finanziare i contratti di filiera e i Distretti del cibo con risorse aggiuntive, implementando i 20 programmi di sviluppo già presentati al Ministero e i nuovi bandi da pubblicare.”
Secondo il ministro “le ingenti risorse messe in campo dall’ultima legge di bilancio, pari a 120 milioni di euro, e lo stanziamento di oltre 100 milioni previsti dal piano complementare al Pnrr, consentiranno così al modello dei Distretti del cibo di adempiere a quello sforzo di sostenibilità cui l’agricoltura italiana è chiamata nei prossimi anni”.
Saccardi: per aver fondi Ue servono piani solidi
All’assemblea della Consulta dei Distretti del cibo a Firenze è intervenuta anche Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana con delega all’agroalimentare. “Credo che sia fondamentale lavorare sui distretti”, ha sottolineato Saccardi, anche con “una regia coordinata” per “promuovere tutto un territorio nella sua storia, nei suoi valori, e nelle produzioni”, ma per avere i fondi Ue “bisogna mettere in piedi una progettualità che abbia poi la capacità di arrivare in fondo”, per la rendicontazione.
“Se un’esperienza così importante parte – ha spiegato Saccardi -, ma poi dopo rimbalza su una serie di difficoltà, vuol dire decretarne immediatamente la fine. Se vogliamo che invece questa esperienza cresca e si rafforzi, bisognerà anche tenere insieme l’aspetto ‘filosofico’ e la capacità pratica di mettere insieme una serie di progettualità che possano arrivare in fondo, e possano davvero rappresentare sviluppo, crescita, raggiungimento degli obiettivi che il distretto si vuole porre”.