Si va costituendo il maxi distretto biologico della Maremma. Attività economiche e risorse naturali “si sposano” nei territori dei comuni di Manciano e Scansano, in provincia di Grosseto. Le 60 aziende “hanno detto sì al distretto biologico della Maremma per lo sviluppo delle produzioni biologiche del territorio e delle filiere collegate, per l’accrescimento della filiera corta e identitaria e per la valorizzazione delle conoscenze contadine e tradizionali presenti su di esso“.
Il Comune di Grosseto, in accordo con le amministrazioni di Capalbio, Castiglione della Pescaia, Magliano in Toscana, Manciano, Orbetello, Scansano e con il coinvolgimento attivo delle organizzazioni agricole Cia, Coldiretti, Confagricoltura e del Coordinamento toscano Produttori biologici “sta avviando le fasi di progettazione tecnica del Distretto biologico della Maremma per ottenerne il riconoscimento da parte della Regione Toscana“.
“Il futuro è in mano a noi – afferma la vice sindaca di Manciano Valeria Bruni – e per questo dobbiamo pensare in grande, avere un’ampia visione delle cose per lasciare ai nostri bambini un territorio forte, cominciando a recuperare le cose buone del passato”.
Manciano è stato tra i primi Comuni ad aver aderito a questo progetto: “abbiamo subito intravisto le potenzialità che c’erano all’interno di esso, con grandi prospettive per le imprese. Una chance importante per le aziende del territorio e non solo”.
L’obiettivo da perseguire è “interagire tra essi, attuando una politica distrettuale di diversificazione produttiva, di integrazione economica e sociale e di coesione, nel rispetto della conservazione e riproduzione degli equilibri naturali e in grado di sviluppare una qualità totale territoriale, con una adeguata vivibilità per i residenti, promuovendosi a polo d’attrazione per altre imprese ed individui”.
“Siamo sicuri che il nuovo grande Distretto del biologico – spiega la sindaca di Scansano Maria Bice Ginesi – rappresenti una bella opportunità per le realtà economiche presenti nel nostro comune. Gli imprenditori che faranno parte del distretto hanno compreso bene che per crescere c’è bisogno di mettere in connessione le attività economiche con le politiche agricole, e in questo caso con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali”.
Da qui l’importanza di conversione al biologico. “Il distretto andrebbe a sostenere e a potenziare il turismo di qualità. Sappiamo bene che la riscoperta delle nostre radici – conclude– è un valore da perseguire e rafforzare, che prende per mano il turista e lo porta naturalmente da noi, in un ambiente incontaminato, plasmato dall’agricoltura, tanto apprezzato“.