Si è conclusa con una lieto fine l’avventura di Agata e Calandrino, due Caretta Caretta che erano state trovate in condizioni critiche nelle acque della Toscana, curate dal Centro Recupero e Riabilitazione per Tartarughe Marine dell’Acquario di Livorno e ieri sono tornate in libertà.
Il rilascio alle Secche della Meloria
Agata è una femmina adulta che era stata ritrovata lo scorso 26 maggio a Portoferraio, dopo che un privato cittadino l’aveva vista galleggiare in modo anomalo, mentre Calandrino è una tartarughina ritrovata a Calambrone, in provincia di Pisa, il 25 febbraio. Ora entrambi stanno bene e sono tornati nel loro habitat.
I due esemplari infatti ieri sono stati rilasciati in mare, a largo delle Secche della Meloria, con un’operazione coordinata dallo staff dell’Acquario a cui hanno collaborato la Capitaneria del Porto di Livorno e i volontari di Ampana.
Un segnale positivo in vista della stagione di nidificazione delle tartarughe marine che in Toscana si è aperta con un nido registrato a Roccamare, nel comune di Castiglione della Pescaia, deposto il 23 maggio scorso e con un secondo nido deposto sull’isola di Pianosa il 13 giugno.
Dal 2013 al 2023 i nidi registrati sulla costa toscana sono stati 52 con un totale di 4.603 uova deposte e 1.299 piccoli nati.
Agata e Calandrino curati e monitorati
Agata era stata ritrovata nel Canale di Piombino sulla rotta di spostamento dei traghetti con un granchio a livello della cloaca, che era probabilmente la causa del suo anomalo galleggiamento. Nonostante la rimozione del granchio però la tartaruga è apparsa comunque in difficoltà: nuotava lentamente e non riusciva a immergersi.
Così è stata ospedalizzata nel Centro dell’Acquario di Livorno, dove dopo le cure e le analisi è risultata in buona salute: ha ricominciato a mangiare e a immergersi, così è stata rimessa in mare.
Trattandosi di una femmina adulta, Agata è una possibile candidata nella deposizione di uova lungo le coste toscane: nella speranza di seguirla anche nella sua ipotetica nidificazione, la tartaruga è stata marcata con un tag satellitare dal professor Paolo Luschi del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Pisa. Lo strumento applicato fornirà, oltre alla localizza dell’animale, molte informazioni in più, come il tipo di immersione compiuta, le profondità raggiunte e la temperatura dell’acqua. Già ad ora, si è visto che l’esemplare si è allontanato dalla costa per arrivare all’Isola di Gorgona.
Calandrino invece è una piccola tartaruga tripode Caretta caretta: è stato trovato in stato deperito con alcune lesioni infette sugli arti, probabilmente sbalzato a riva dalla mareggiata. L’assenza della pinna anteriore sinistra, risaliva probabilmente ad un vecchio episodio di predazione avendo una cicatrice perfettamente chiusa e senza infezioni. Dopo le cure attente al Centro di recupero dell’Acquario Calandrino è cresciuto e ha preso peso: in occasione del suo rilascio essendo ancora piccolino, lo staff ha deciso di dotarlo solo di microchip.