Siamo soliti dire che la “barca affonda” quando ci troviamo in condizioni disperate. Una metafora che tira in ballo il mare, la navigazione, l’imprevedibilità degli eventi e le conseguenze – spesso inevitabili – che seppelliranno in fondali oscuri sogni e speranze. Stavolta però c’è una barca che affonda per davvero. E l’equipaggio da salvare non è composto da marinai o pescatori, bensì da cuochi e camerieri. Salvare il Ca’ Moro di Livorno, quindi, significa salvare posti di lavoro e quella straordinaria idea imprenditoriale fondata sull’integrazione, la solidarietà e la tradizione.
Le origini
Ma cominciamo dal principio. C’era una volta un vecchio peschereccio non più abile alle sue funzioni. Dopo aver vissuto per anni il mare, al largo, un giorno dopo l’altro, quell’imbarcazione di ben ventisei metri fu donata dall’associazione Crescere con noi di Parma alla cooperativa livornese Parco del Mulino, che ebbe la brillante idea di trasformarla in un ristorante. E così quel peschereccio che ora sta affondando fu trasportato dal porto di Viareggio a quello di Livorno e prese il nome che a tutt’oggi conserva. E lì, con la Fortezza Vecchia a fianco e la statua dei Quattro Mori di fronte, venerdì scorso ha iniziato a imbarcare acqua a causa di una falla. Ma nonostante i tempestivi soccorsi, il mare sta inghiottendo a poco a poco l’imbarcazione.
Un’esperienza da salvare
Il Ca’ Moro non è un ristorante di pesce come tutti gli altri. Lo staff è composto da due cuoche, un caposala e quattro giovani camerieri con sindrome di Down. “La situazione è disperata” confessa Daniele Tornar, tra i fondatori della cooperativa sociale Parco del Mulino. “Stiamo rischiando di perdere tutto il gran lavoro fatto in questi anni. Penso ai nostri ragazzi, ovviamente, e a tutti quelli che ci lavorano. Per salvare questa esperienza c’è bisogno dell’aiuto di tutti”. E gli aiuti, in effetti, non sono tardati ad arrivare. Quella del Ca’ Moro è una storia speciale, ed è proprio per questo che Livorno – e con la città anche tutta la Toscana – si è subito mobilitata per sostenere questa straordinaria esperienza umana e professionale.
La raccolta fondi
“Salviamo il lavoro dei ragazzi del Ca’ Moro”. È quello che si legge sulla pagina della piattaforma GoFundMe dedicata alla campagna di raccolta fondi subito avviata a favore del social bateau, che ha come obiettivo iniziale il raggiungimento di 150 mila euro di donazioni. Una cifra che inizialmente servirà per coprire le spese di recupero dall’acqua dell’imbarcazione e il suo conseguente smaltimento. “Poi i fondi saranno utilizzati per riprogettare e ricollocare l’attività, in modo da proseguire con la nostra mission di inclusione lavoro” spiegano dalla cooperative. “I ragazzi hanno bisogno di voi. Ogni aiuto, piccolo o grande che sia, è prezioso”.
Concerto di beneficenza
“Nei momenti difficili Livorno risponde sempre, sarà così anche per il Ca’ Moro”
In prima fila, com’era prevedibile che fosse, c’è il Comune di Livorno, che insieme al Lem (Livorno euro mediterranea) sta già organizzando un concerto di beneficenza per il 25 agosto all’ex ippodromo Caprilli. Tra i presenti, anche il cantautore labronico Enrico Nigiotti. “In queste ore sono state tantissime le manifestazioni di solidarietà e la voglia di supportare in qualche modo i ragazzi del Parco del Mulino che avevano avviato e sviluppato l’attività sul ristorante galleggiante” fa sapere il sindaco della città, Luca Salvetti. “Per questo, come amministrazione comunale e in collaborazione con la Fondazione Lem e il Cortomuso Festival, abbiamo deciso di proporre immediatamente un evento speciale di sostegno all’associazione”. Il ricavato (il biglietto costerà 10 euro, le prevendite saranno sul circuito Vivaticket) sarà devoluto all’associazione. “Nei momenti difficili Livorno risponde sempre, e sarà così anche per il Ca’ Moro e per questo evento” commenta il sindaco.
Il conto corrente
Per la raccolta fondi è stato aperto anche un conto corrente. È sufficiente effettuare un versamento sul conto corrente IT17S0200813909000103487785 (iban), indicando il proprio nome e scrivendo nella causale “Salviamo il lavoro dei ragazzi del Ca’ Moro”. “Questo ci permetterà di offrire di nuovo lavoro ai nostri ragazzi. Persone diversamente abili, sì, ma che hanno dimostrato di sapersi impegnare” aggiunge Daniele Tornar. “Il lavoro li fa crescere, aiuta la loro personalità ad affermarsi e favorisce la loro inclusione sociale. Ecco da dove ripartiamo oggi. E per riuscirci abbiamo bisogno di tutti”.
La solidarietà
Un appello a sostegno del social bateau, protagonista in tv anche delle “cucine da incubo” di Antonio Cannavacciuolo, è la vicepresidente di Regione Toscana, Stefania Saccardi. “Purtroppo il ristorante galleggiante, che rappresenta un’opportunità importante per questi ragazzi speciali, ha iniziato improvvisamente a imbarcare acqua, affondando nella darsena vecchia” ha scritto Saccardi. “Il direttore della cooperativa, Marco Paoletti, ha lanciato una richiesta di aiuto che voglio cogliere e rilanciare a mia volta, invitando tutti a dare un contributo concreto per salvare il lavoro di questi ragazzi“. Oggi a Livorno hanno fatto visita alla darsena vecchia anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e il consigliere Francesco Gazzetti. Insieme al sindaco di Livorno hanno incontrato un gruppo di ragazze e ragazzi della cooperativa sociale. Mazzeo si è detto sicuro che “la Toscana dimostrerà una volta di più di essere terra dal cuore grande, capace di legare e sostenere progetti e ambizioni di chi vive delle sofferenze. Come Consiglio – ha continuato – valuteremo se ci sono le condizioni per sostenere la raccolta fondi dedicata a questi ragazzi che hanno perso un luogo di aggregazione importante nel quale si sentivano protagonisti. A tutti i cittadini chiedo di dare un contributo, perché il lavoro li fa crescere e aiuta la loro personalità ad affermarsi”. Francesco Gazzetti ha annunciato una mozione sul tema, che “sarà un modo per poter far esprimere e manifestare una vicinanza e una solidarietà da parte dell’aula e anche per avere la possibilità di perseguire tutte le strade che sono possibili, sia come Giunta che come Consiglio, per essere vicini e dare un supporto”.