Palazzo Vecchio mette le sue olivete in adozione per arrivare a produrre l’olio di Firenze. Le olivete, in tutto una ventina, si trovano in vari punti del perimetro urbano: al giardino Vegni, all’area Pettini, a Rusciano, a Villa Strozzi, a Mantignano, a Montughi, a Settignano, a Castello, in via Trento, a Soffiano e nel parco Don Forconi. Si tratta di terreni piantati a olivi e nella maggior parte dei casi in abbandono: da qui la scelta di spingere la cittadinanza a prendersi cura del bene comune. Magari con finalità benefiche se l’olio ottenuto sarà poi destinato alla vendita. Queste le finalità del progetto ‘Adotta un’Oliveta’, promosso dalla direzione Ambiente e dalla direzione Sistemi informativi. Un’iniziativa che si ispira a progetti analoghi già presenti in Toscana e si propone di mettere al centro la cura del patrimonio verde della città di Firenze.
Aderire al progetto è semplice: Palazzo Vecchio ha attivato una pagina dedicata sul portale online dell’Ambiente. Tutti gli interessati, singole persone o associazioni, si possono candidare per l’adozione di un’oliveta scegliendola sulla mappa online e sottoscrivendo un patto di collaborazione. Per individuare le aree in adozione basta cercare sulla mappa le zone verdi: quelle gialle sono opzionate e quelle rosse invece sono già state assegnate. All’adottante saranno fornite tutte le informazioni necessarie a cominciare dal disciplinare per assicurare la cura più appropriata alle olivete. Il patto di collaborazione avrà una durata di tre anni, rinnovabili per altri tre.
“Un bel modo per rendere i cittadini protagonisti della cura del territorio – spiega la vicesindaca Alessia Bettini con delega a Beni comuni e partecipazione –. Un progetto innovativo che promuove un modello di gestione condivisa della cosa pubblica su cui come amministrazione puntiamo molto. È anche grazie a iniziative come questa che si costruisce una società basata non più sulla competizione ma sulla cooperazione, la chiave di volta per affrontare le sfide del futuro”.
All’iniziativa, encomiabile, di adottare le olivete si aggiunge l’idea di produrre l’olio di Firenze, così chiamato perché prodotto grazie alle piante dell’amministrazione comunale date in adozione, al fine di sostenere progetti destinati alla collettività. Una novità nel panorama italiano: ad oggi non si conoscono esempi analoghi. Roma ha ottenuto il marchio Igp per l’olio della capitale, il Palatinum, ma nel caso di Firenze ci si trova di fronte a un progetto condiviso che punta sulla collaborazione della cittadinanza e punta alla vendita della produzione per finalità benefiche.
“Lanciamo questa iniziativa per promuovere l’adozione delle olivete in città – conclude l’assessore all’Ambiente e agricoltura urbana Cecilia Del Re -: ne abbiamo tante e possono rappresentare un modo non solo per prendersi cura del territorio agricolo urbano, ma anche per consentire ad associazioni, comitati e cittadini che vorranno adottare le olivete di produrre il proprio olio e poterlo utilizzare per il proprio fabbisogno, mettendolo in vendita solo per sostenere e realizzare gli scopi della propria attività. Nascerà così l’olio di Firenze, che sarà contrassegnato da apposita targhetta e che dovrà in piccola parte essere dato al Comune per usi destinati alla collettività, anziani e bambini”.