Si è spenta a Roma Gina Lollobrigida, una delle principali interpreti del cinema italiano e internazionale
Un triste giorno, il 16 gennaio 2023, per il cinema italiano e internazionale: è morta a Roma l’attrice Gina Lollobrigida, interprete di pellicole che hanno fatto la storia del cinema. Nata il 4 luglio del 1927, la Gina nazionale aveva compiuto lo scorso luglio 95 anni. La sua vita è stata costellata di grandi successi, nella sua carriera di attrice, e di tante soddisfazioni e traguardi in altri campi artistici, come nella fotografia, nella scultura e nella pittura.
La passione per lo spettacolo l’aveva portata, fin da giovanissima, a prendere parte ai primi fotoromanzi, ad alcuni piccoli ruoli da comparsa e a cercare la notorietà, come tante altre ragazze della sua generazione, grazie ai concorsi di bellezza. E’ così che la giovane Lollobrigida aveva cominciato a farsi conoscere al grande pubblico, arrivando terza al concorso di Miss Italia del 1947, dietro la vincitrice Lucia Bosé e alla seconda classificata, Gianna Maria Canale.
Miss Italia del 1947 è il primo trampolino di lancio dell’attrice romana
Pur non avendo vinto il concorso di bellezza, Gina Lollobrigida si fa notare dalla stampa e dal pubblico. Giovane e determinata, Gina vuole sfondare ad ogni costo nel cinema. Finalmente alcune produzioni, alla fine degli anni ’40, le aprono le porte. Tra i suoi primi film, Campane a martello, di Luigi Zampa, del 1949, a cui segue, nel 1951, Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani e Passaporto per l’oriente, diretto da registi vari, e ancora Fanfan la Tulipe, del 1952, di Christian-Jaque (Orso d’argento al Festival di Berlino), che la consacra star in Francia. Importanti registi italiani la notano, come Alessandro Blasetti, che la vuole nel film Altri tempi, nell’episodio Il processo di Frine, con Vittorio De Sica.
L’arrivo della “Bersagliera”: Gina Lollobrigida donna ribelle e femminista ante litteram
Ma il vero successo per la giovane e avvenente Gina arriva con il ruolo della “Bersagliera”, in Pane, amore e fantasia, di Luigi Comencini, del 1953. Nonostante il suo ruolo, standardizzato per l’epoca, di maggiorata e donna dalle curve prorompenti, Gina Lollobrigida, femminista ante litteram, lancia una nuova figura di donna, che canta e balla scalza, si innamora, non ha freni e limiti: è l’emblema della ribellione delle donne ai costumi e al moralismo di quegli anni. Con le sue esibizioni canore a piedi nudi sul palco e per le vie del borgo, Gina Lollobrigida anticipa le passeggiate scalze di Brigitte Bardot, a Saint Tropez, che tanto faranno scalpore tre anni dopo, nel 1956, nel film Et Dieu créa la femme, di Roger Vadim.
La sua bellezza e bravura, il suo stile innovativo, la impongono nel cast di film internazionali, in Francia e a Hollywood, diventando così tra le pochissime attrici italiane ad avere una carriera all’estero. Tra le principali produzioni hollywoodiane Il tesoro dell’Africa di John Huston, con Humphrey Bogart e Jennifer Jones, Il maestro di Don Giovanni di Milton Krims, con Errol Flynn, La donna più bella del mondo, di Robert Z. Leonard, in coppia con Vittorio Gassman. E poi ancora Trapezio di Carol Reed, accanto a Burt Lancaster e Tony Curtis, che conosce un enorme successo mondiale, cui seguono Il gobbo di Notre Dame, di Jean Delannoy, dove recita accanto ad Anthony Quinn, Sacro e profano, di John Sturges, qui al fianco di Frank Sinatra e Steve McQueen, Salomone e la regina di Saba, di King Vidor, solo per citare i principali. E come non citare le sue tante apparizioni in televisione, tra cui una, rimasta memorabile, ne Le avventure di Pinocchio, di Luigi Comencini (che l’aveva già diretta negli anni ’50 nei suoi film di maggior successo), del 1972, nel suo celebre ruolo della fata Turchina.
Gina Lollobrigida e la sua amata Toscana
Le avventure di Pinocchio avevano portato l’attrice romana a confrontarsi con un testo scritto dal fiorentino Carlo Lorenzini, in arte Collodi, dove spiccava l’idioma toscano, sebbene proferito da altri attori, come lei, non toscani, primo tra tutti il grande Nino Manfredi, nei panni di Mastro Geppetto. Interpretazione del film per la televisione aveva di poco anticipato il suo abbandono delle scene, nel 1975, deciso per dedicarsi alla fotografia, alla pittura e all’arte, con la stessa passione e vitalità che la contraddistingueva. Donna veramente volitiva e non sottomessa ai clichés, Gina Lollobrigida viaggia in tutto il mondo e crea nuovi percorsi artistici e professionali. Come fotografa arriva a incontrare personaggi celebri, tra cui Paul Newman, Salvador Dalí, Henry Kissinger, David Cassidy, Audrey Hepburn ed Ella Fitzgerald e perfino Fidel Castro. E poi dalla fotografia il suo spaziare nell’arte, nella scultura e nella pittura, riprendendo i suoi studi giovanili all’Istituto d’arte. Nel suo viaggio di vita e di arte incontra anche la Toscana, terra amata, nella quale esprimersi come scultrice, in particolare a Pietrasanta, città a fortissima vocazione artistica, chiamata anche “la piccola Atene”. Nel 2002, Gina Lollobrigida espone alcune creazioni nel Parco de “La Versiliana Festival”, in occasione della mostra collettiva internazionale Pietrasanta: Sculture & Scultori; nel 2007 la consacrazione, con la cittadinanza onoraria conferitale dal Comune di Pietrasanta, a suggello di una vicinanza artistica con la cittadina versiliese.
Ma il suo legame con la Toscana non si ferma qui. Il 1953 è un anno molto importante per la carriera di Gina Lollobirigida: è in questo anno che nasce il personaggio della “Bersagliera”, che le dà la grande notorietà, e caratteristiche di agilità, spontaneità e sfrontatezza, fino ad allora non espresse al cinema. E’ nel 1953 che gira il suo primo vero importante film a Hollywood, Il tesoro dell’Africa di John Huston. Ed è sempre in questo anno gira un altro film d’autore, La provinciale, diretto da Mario Soldati. Il film infatti, ispirato al romanzo L’Imbroglio, di Alberto Moravia, è ambientato a Lucca. Pur non essendo mai citata, la città appare più volte nelle ambientazioni e fa da contorno al film sentimentale.