Rinnovo del Patto tra Prefettura di Firenze e banche sulla cybersecurity, che riguarderà – con particolare attenzione – le aggressioni multivettoriali verso gli istituti bancari. Si tratta principalmente degli attacchi di cyber physical security nei quali vengono usati congiuntamente violazione fisica, informatica e di social engineering, cioè l’insieme di tecniche che inducono le persone a rivelare informazioni riservate (come password e dati bancari) oppure ad autorizzare l’accesso al proprio computer nel quale vengono poi installati software dannosi.
Su questo fronte, secondo il protocollo siglato ieri a Palazzo Medici Riccardi, tra il prefetto Laura Lega, coordinatore nazionale Ossif – il centro di ricerca dell’Abi sulla sicurezza anticrimine – Marco Iaconis e i delegati di 28 istituti di credito della provincia, le banche si impegnano a censire gli episodi di cyber physical security per consentire a Ossif di effettuare analisi del fenomeno da mettere a disposizione delle Forze dell’Ordine, nonché allo scopo di monitorare la diffusione degli attacchi ed elaborare strategie di difesa.
“Il protocollo compie dieci anni con risultati molto positivi – ha detto il prefetto Laura Lega – e il suo rinnovo rappresenta la volontà di continuare a lavorare insieme, in un’ottica di sicurezza partecipata che include istituzioni e forze di polizia e allarga il raggio di azione ad altri importanti attori del territorio”.
Altra importante novità riguarda il rapporto con la clientela più vulnerabile: le persone anziane o con una minore educazione finanziaria. Il protocollo prevede infatti l’impegno delle banche a fornire consigli contro i raggiri e numeri di soccorso a cui rivolgersi in caso di bisogno. Inoltre verrà svolto un monitoraggio delle truffe compiute allo scopo di individuare le buone pratiche da condividere per contenere il fenomeno.
Per quanto riguarda le misure di sicurezza da utilizzare per contrastare le rapine, il protocollo 2019 introduce l’obbligo per ogni dipendenza bancaria di dotarsi di videoregistrazione e del dispositivo di custodia valori ad apertura ritardata oppure in alternativa del meccanismo di erogazione temporizzata del denaro. Oltre a queste misure, ciascuna filiale potrà scegliere anche altri sistemi di difesa secondo la propria valutazione di rischio, selezionandoli tra quelli suggeriti dal protocollo, come bussola, metal detector, rivelatore biometrico, vigilanza, sistema anticamuffamento, allarme antirapina, sistema di protezione perimetrale, bancone blindato, macchiatura e tracciabilità delle banconote.
Molta attenzione, infine, è riservata alle apparecchiature Atm che dovranno essere dotate di particolari sistemi di protezione.
“I risultati ottenuti ci dicono che andiamo nella direzione giusta – ha affermato Marco Iaconis di Ossif-, e siamo molto soddisfatti del percorso intrapreso insieme alla Prefettura di Firenze, con la quale abbiamo stretto un’alleanza strategica che vede una riduzione delle rapine e consente di proseguire concretamente sulla via della prevenzione”.