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Arcipelago Pulito: riparte il progetto per pulire il mare della Toscana

L’iniziativa lanciata dalla Regione che incentiva i pescatori a raccogliere le plastiche in mare si allarga ad altre località della costa: dopo Livorno anche Viareggio, Porto Santo Stefano, Porto Ercole, Castiglione delle Pescaia e Piombino

Torna e si allarga Arcipelago Pulito, il progetto sperimentale lanciato dalla Toscana e preso a modello anche dall’Europa per ripulire dalle plastiche il mare facendo squadra con i pescatori. Oggi a Firenze è stato firmato oggi il nuovo protocollo d’intesa che allarga la rete delle realtà coinvolte: a Livorno si aggiungono Viareggio, Porto Santo Stefano e Porto Ercole sull’Argentario, Castiglione della Pescaia e Piombino.

“Sono i porti toscani dove opera il maggior numero di pescherecci” spiega l’assessore alla presidenza della Regione, Vittorio Bugli. Centocinque sono sulla carta attivi nelle sei città: quarantaquattro solo a Viareggio, venticinque sull’Argentario, venti a Livorno, undici a Castiglione e cinque a Piombino. “Partiremo probabilmente con trenta o quaranta – si sofferma ancora l’assessore –. Ma poi nel tempo potranno aumentare”. 

La novità ulteriore, rispetto alla prima sperimentazione condotta nel 2018 a Livorno, è che saranno i Comuni stessi, con un proprio e successivo disciplinare, a definire le filiere locali. La regia rimane regionale e ci saranno chiaramente linee guida uguali per tutti; ma attori e modus operandi potrebbe da luogo a luogo leggermente cambiare. Se nel porto di Livorno infatti è l’Autorità portuale competente ad organizzare la raccolta dei rifiuti, altrove sono le amministrazioni comunali responsabili. Da territorio a territorio cambiano poi i gestori e scelte diverse, rispetto a quella di Revet nel porto labronico, potrebbero essere dunque fatte sugli impianti di selezione e riciclo.

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Crescono anche gli sponsor privati. Ad Unicoop Firenze si aggiunge adesso Unicoop Tirreno. Fin dall’esperimento di Livorno, Unicoop Firenze aveva contribuito alla campagna di sensibilizzazione e deciso di premiare con un incentivo i pescatori che avevano aderito, utilizzando parte dei fondi ricavati dal centesimo che soci e clienti per legge, dall’inizio del 2018, sono tenuti a pagare per i sacchetti in mater-b dell’ortofrutta. 
“Ma l’intesa che firmiamo oggi è un protocollo aperto – precisa l’assessore Bugli – ed altre aziende che volessero contribuire possono farsi avanti in qualsiasi momento, così come altri Comuni potranno sottoscriverlo se vorranno”. Unicoop Firenze annuncia l’intenzione di estendere la buona pratica anche ad altri regioni. I cugini di Unicoop Tirreno si dicono contenti di essere stati coinvolti.

Il nuovo protocollo è stato firmato anche dal Parco nazionale Arcipelago toscano. Gli altri firmatari dell’intesa con la Regione sono gli stessi di un anno fa: Ministero dell’ambiente, Direzione marittima della Toscana, Autorità di sistema del Mar Tirreno settentrionale, Legambiente.

I pescherecci di Arcipelago Pulito probabilmente non ripartiranno subito. Almeno non ovunque, anche se già c’è chi è già pronto. Il sindaco Giancarlo Farnetani di Castiglione della Pescaia mostra le foto del centro di raccolta per barche e pescherecci già allestito in porto e solo da inaugurare: contenitori diversi per ogni tipologia di rifiuto e tessere tipo bancomat per l’accesso e la registrazione. Pronti naturalmente sono già anche a Livorno. Ma nei mesi invernali le uscite dei pescherecci sono di per sé comunque più rarefatte: l’obiettivo è essere pronti e operativi quando le battute torneranno a farsi più frequenti e le amministrazioni comunali, dopo la firma di oggi, avranno dunque tempo per mettere a punto filiere e disciplinari.

Il vero valore aggiunto e la caratteristica che ha reso unico il progetto toscano rispetto ad esperienze simili realizzate in altri mari e in altre parti del mondo – sottolinea l’assessore Bugli – è sicuramente quello di aver saputo costruire una filiera completa dalla raccolta allo smaltimento. L’integrazione è stato un successo”. E in questo senso ha operato davvero da apripista e modello: fatto proprio prima dall’Unione europea in una direttiva che ha ribadito l’impegno comune nel ‘fishing for litter’ e poi nella legge “Salvamare” che ha ricevuto il primo via libera pochi giorni fa dalla Camera ed ora attende di essere votata dal Senato.

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