Nell’immaginario comune la barca che prende il largo è un segno distintivo della ricerca di una libertà che si conquista solo abbandonando la riva e i cosiddetti porti sicuri. In mare si viaggia, in mare si sogna, in mare si lotta. Ma nulla è scontato. Perché il mare – e chi lo frequenta lo sa bene – nasconde insidie e ostacoli. Così com’è vero che il mare si ama, è altrettanto vero che il mare va temuto e rispettato. Qualunque sia il punto di partenza, però, una cosa è certa: fare del mare il proprio lavoro è un obiettivo di molti. Ma per raggiungerlo, come accade con tutte le cose, occorre studiare. A volte però la teoria non è sufficiente, oppure i percorsi formativi sono fin troppo lunghi e non esattamente centrati sui nostri sogni (che poi, a bene guardare, corrispondo anche ai nostri obiettivi). È in questo contesto che s’inseriscono i corsi ITS.
L’opportunità che non c’era
Esplodendo l’acronimo ITS scopriamo che significa “Istituti tecnici superiori”. Si tratta di percorsi formativi di due anni che, a discapito del nome, nulla hanno a che vedere con le scuole superiori. Certo, il nome potrebbe trarre in inganno. Eppure è necessario sapere che gli ITS sono corsi alternativi alla laurea e destinati a giovani tra i 18 e 29 anni in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado o, in alternativa, in possesso di attestati equivalenti (istruzione e formazione professionale e tecnica superiore). Qual è il vantaggio e perché scegliere gli ITS?, si domanderà qualcuno. Tutti e 20 i corsi attualmente attivi hanno delle caratteristiche peculiari: quasi un terzo delle ore è occupato da tirocini obbligatori, la metà dei docenti è un professionista del settore e soprattutto quasi la totalità dei partecipanti trova immediatamente lavoro. È per tutte queste ragioni che la Regione Toscana, attraverso Giovanisì, ha pensato bene di cofinanziare questi percorsi formativi.
Non c’è solo il mare
“Vogliamo investire su queste professioni e desideriamo offrire ai giovani la possibilità di specializzarsi”
E così la quarta puntata di “Accènti Intoscana”, il format video realizzato da Fondazione sistema Toscana (Ufficio Giovanisì e redazione di intoscana.it) che racconta da vicino le storie possibili di Giovanisì, stavolta ci ha portato verso il mare, fino a Viareggio. Una città che non è nota solo per il molo, per Lorenzo Viani, per il carnevale e per aver dato i natali a Marcello Lippi, campione del mondo con l’Italia nel 2006. Viareggio è universalmente riconosciuta anche come una delle capitali della cantieristica navale. Da Ibrahimović a Cristiano Ronaldo, sono tanti i clienti illustri arrivati fin qui per acquistare uno yacht. Ebbene, noi siamo saluti quelle imbarcazione, abbiamo parlato con docenti e studenti e siamo stati accolti dalla Fondazione Isyl (ovvero “Italian super yacht life”) che cura i corsi di specializzazione. Questa è una delle sette fondazioni toscane il cui compito è quello di formare tecnici specializzati in settori come la meccanica, la moda, l’energia, il turismo, i beni culturali, l’agroalimentare, la sanità, la logistica e, appunto, la nautica. Oltre a Fondazione Isyl ci sono infatti Fondazione Tab, Fondazione Energia e ambiente, Fondazione M.i.t.a., Fondazione Prime, Fondazione E.a.t. e Fondazione Vita. “Sono tutti settori strategici della produzione toscana” commenta Bernard Dika, consigliere all’innovazione e alle politiche giovanili del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “Il nostro obiettivo è dare continuità. Vogliamo investire su queste professioni e desideriamo offrire ai giovani la possibilità di specializzarsi. Perché oltre a innovare occorre anche rinnovare”.
La realizzazione di un sogno
Durante la nostra visita, in un giorno d’estate che porta ancora i segni indelebili della pandemia, in cielo non c’è neppure una nuvola. L’aria è calda, come calda sa essere solo in certi giorni d’estate. Dopo una prima tappa a Villa Borbone, sede della Fondazione Isyl costruita dall’architetto lucchese Lorenzo Nottolini per Maria Luisa, abbiamo fatto tappa all’Istituto tecnico nautico Artiglio. Qua abbiamo conosciuto Tommaso, che oltre ad averci mostrato le potenzialità del simulatore navigando in una Venezia caratterizzata da acque sufficientemente calme ci ha confessato che il suo sogno è quello di “conoscere il mondo”. Infine abbiamo raggiunto e visitato i cantieri Overmarine, dove siamo saliti a bordo di uno yacht in fase di rifinitura insieme a Matteo e Rachele. Le loro storie sono al tempo stesso simili e diverse. Matteo, che già lavora nella ditta del padre (sempre nel settore nautico), pur avendo una formazione in marketing ed economia è deciso a cambiar vita. Obiettivo: diventare uno yachting surveyor, ovvero colui che ispeziona e classifica le imbarcazioni prima del loro varo. Un’esperienza familiare diretta col mare ce l’ha anche Rachele. Suo padre, comandante di yaght, le ha trasmesso l’amore per il mare. Ora sogna di diventare surveyor e di aprire un’agenzia tutta sua.